«Governatore Zaia, dia rappresentanza alle donne anche ai vertici delle Usl». L’appello arriva da Laura Dapporto, presidente dell’Aidm (associazione italiana donne medico), che valorizza il lavoro della donna medico.
E si estende a chi dovrà decidere chi ricoprirà ruoli dirigenziali di rilievo nelle aziende sanitarie. Ruoli ancora appannaggio degli uomini. «In Italia il 55% dei medici è donna», dice Dapporto, «Ma nei ruoli direttivi solo il 10% è donne. Un problema evidentissimo nell’Usl 9». Fra i 60 primari na, infatti, solo una decina sono donne: e molte primarie sono facenti funzioni. Nella quaterna della direzione strategica (direttore generale, direttore sanitario, direttore socio-sanitario e direttore amministrativo) è maschile, e fra i responsabili dei quattro distretti sanitari solo una è donna: Annalisa Visentin, direttrice del distretto di Paese-Villorba. Come vanno le cose nelle altre Usl? Alla 7, la direzione strategica conta su Marisa Durante, che dirige i servizi sociali; alla 8, al vertice della direzione sanitaria c’è Paola Corziali, già con Dario a Treviso nel 2003. «Sono contraria, personalmente, alle quote rosa», continua Dapporto, «Ma le donne, oltre a vantare competenze scientifiche immense, sono anche molto abili nell’organizzazione. E’ un patrimonio che se non viene valorizzato viene perso». Il 17 novembre, l’Aidm consegnerà a Diva Simonetto, primario di Dermatologia dell’Usl 9, il premio «Donna di medicina». La consegna avverrà all’hotel Maggior Consiglio, alle 20.45. Alle 21.30 à il concerto dei “No profit blues band & Friends”.
Il Mattino di Padova – 8 novembre 2012