Verona. Cacciatore scivola e annega. Il cane resta a vegliarlo
Dramma a Isola della Scala. La vittima è di Povegliano. Non si esclude che possa essere stato colto da un malore. Il fedele Breton ha atteso fino all’arrivo del titolare della riserva, che ha dato l’allarme. Fatali i pochi centimetri d’acqua
C’era il cane che continuava a girare attorno al corpo senza vita del suo padrone. Il Breton lo vegliava, era l’unico che ha assistito ai suoi ultimi attimi di vita, ai suoi ultimi spari verso i faggiani. Ed è proprio grazie al quattro zampe che è stato trovato il corpo senza vita di Luigi Maroccolo, 69 anni di Povegliano. L’ha visto da lontano Raffaele Marcazzan, il concessionario della riserva di caccia che lo stava già cercando, preoccupato perchè non l’aveva visto rientrare dopo la battuta. Si è avvicinato a quel Breton senza pace e ha trovato il corpo riverso nel fossato con un livello d’acqua alto una trentina di centimetri. È stato lui a lanciare l’allarme e nello spazio di pochi minuti corte Scardevara a Isola della Scala si è riempita di pattuglie dei carabinieri ed è atterrato l’elicottero di Verona emergenza. Per il pensionato, ex camionista, però, non c’era più nulla da fare. L’hanno constatato prima i carabinieri e poi i sanitari del 118. Il medico di Verona emergenza ha diagnosticato una morte provocata dall’annegamento. Non è escluso, però, che sia stato un malore a causare il decesso di Maroccolo e, una volta caduto, non ha forse più avuto la forza per sollevarsi da quel fossato con un livello d’acqua appena accennato. Il corpo è stato recuperato dallo stesso concessionario della riserva di caccia che l’ha portato poi vicino al fabbricato, sede dell’azienda agrituristica venatoria. Ha adagiato il cadavere su un carretto, agganciato ad un trattore e l’ha portato fino alla stradina di campagna dove è stato recuperato poi dalle pompe funebri di Vigasio. Non si saprà di più sulle cause della morte perchè la procura non ha disposto alcuna ulteriore indagine medica, ritenendo che sia stata una morte provocata da un malore. Sono le 8.30 di ieri mattina quando Luigi Maroccolo arriva in corte Scardevara per iniziare la sua battuta di caccia. «Mi aveva detto che era stufo di andare a caccia da solo anche perchè veniva sempre con un amico che però non poteva più venire per un forte mal di schiena», racconta Raffaele Marcazzan. Maroccolo inizia così la caccia ai faggiani appena liberati dallo stesso concessionario della riserva di caccia. Passano un paio d’ore, il cacciatore e il primo a preoccuparsi è proprio il Marcazzan. «Era molto abitudinario», racconta, «veniva qui tutti i mercoledì e alle 10.30 era sempre di ritorno». Inizia così la ricerca conclusasi dopo una ventina di minuti. È lo stesso concessionario che si accorge del cane di Maroccolo che gironzola da solo in mezzo ai campi, pur rimanendo sempre allo stesso posto. «Mi sono avvicinato e ho trovato Maroccolo disteso a terra a pancia in giù con il suo fucile da caccia ad un paio di metri di distanza», racconta ancora Marcazzan. Il pensionato viveva a Povegliano nella casa che condivideva con la moglie e le due figlie. Oltre la caccia, la sua grande passione era la pesca. L’ora e data dei funerali verranno fissati solo nelle prossime ore
L’Arena – 8 novembre 2012