La forma è quella di un bollettino di guerra. «Abbiamo subito un attacco da una associazione di animalisti che hanno liberato anche dromedari, struzzi e una zebra». Così il Circo Orfei ha dato notizia ieri della triste storia di un ippopotamo, fuggito dal circo sabato sera durante uno spettacolo a Villa Potenza (Macerata), che dopo aver imboccato una strada, la provinciale 361 che da Villa Potenza porta a Cassino, è stato investito da un’auto (una Polo). L’animale di 125 chili, una femmina di 8 anni di nome Aisha, è morta sul colpo. Il giovane di 25 anni alla guida è rimasto ferito.
I circensi hanno accusato gli animalisti di aver liberato l’ippopotamo, che avrebbe divelto una rete esterna, di quelle che si usano per delimitare i cantieri, e rivendicato il gesto con scritte sui rimorchi del carico: «animali liberi». Su posto sono arrivati i carabinieri, Polizia stradale e Vigili del fuoco. Sulla vicenda sta indagando pure la Guardia forestale che ieri ha fatto visita al circo per verificare «la gestione di animali ritenuti ai sensi della normativa in via di estinzione». Controllati: cinque pitoni, tre boa, una tarantola e sei tigri.
La notizia ha suscitato molto interesse a Macerata. Matteo Zallocco, direttore di Cronachemaceratesi.it , che per primo ha pubblicato le foto dell’animale investito, ha detto di aver ricevuto più di 45 mila contatti online. «Un botto, cifre incredibili per noi. Di poco inferiori a quelli scatenati dal caso del piccolo Simone ucciso a San Severino Marche dalla madre».
Il segretario nazionale del Partito animalista europeo, Enrico Rizzi, ha preso le distanze: «Un conto è aprire le gabbie un conto è invece condannare a morte certa un animale. Chi ha fatto ciò deve vergognarsi».
Dall’altra parte, durissime parole sono state spese da Moreno Montemagni, addestratore del Circo Orfei: «Siamo nel mirino degli animalisti da mesi. Abbiamo subito incursioni anche a Cesena e a Ravenna».
Nei giorni scorsi, nel Bresciano, un altro Circo Orfei è stato oggetto di attacchi: a San Polo il 22 dicembre e a Brescia sabato scorso. Nel primo caso, durante lo spettacolo diretto da Nelly, nipote di Moira Orfei, alcuni animalisti si sono infiltrati armati di macchine fotografiche. Alla fine hanno accusato il circo di aver dipinto due cuccioli di cane «Chow Chow con i colori di un panda e presentati come un incrocio tra cane e panda». A Brescia, due giorni fa, sono stati i circensi ad accusare per primi gli animalisti, autori dell’ennesimo blitz: secondo il loro racconto uno degli attivisti avrebbe palpeggiato una trapezista di 15 anni.
Agostino Gramigna – Il Corriere della Sera – 29 dicembre 2014