In un clima un po’ surreale, e tra i continui attacchi dell’opposizione, la Commissione Bilancio della Camera continua a lavorare sulla manovra del 2019, pur sapendo che da un momento all’altro i suoi numeri potrebbero cambiare per convincere l’Europa. I lavori della Commissione proseguiranno anche nel fine settimana perché lunedì la legge di Bilancio è attesa nell’Aula di Montecitorio, dove il governo potrebbe mettere la questione di fiducia.
Oggi dovrebbe arrivare uno degli emendamenti del governo, non ancora quello decisivo che stabilirà i saldi definitivi della manovra. Si ipotizza un pacchetto per rafforzare le misure a favore della famiglia e la sanità. Secondo il vice ministro dell’Economia, Massimo Garavaglia, potrebbero esserci maggiori risorse per gli asili nido e il congedo parentale, che il ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, sta mettendo a punto. «Ci saranno risposte a diverse sollecitazioni del Parlamento e stiamo valutando anche alcune proposte dell’opposizione» ha detto Garavaglia.
Dovrebbe inoltre essere rimpinguato, e forse raddoppiato, il fondo da 50 milioni stanziato nel 2019 per la riduzione delle liste di attesa nella sanità. Lo stesso Garavaglia non esclude che parte dei fondi destinati oggi ad altre spese possano essere dirottati sugli investimenti nell’edilizia sanitaria, per i quali ci sono 2 miliardi aggiuntivi nel triennio.
Lo spostamento dei fondi dalla spesa corrente verso quella per gli investimenti è, del resto, una delle ipotesi che il governo sta vagliando per rendere la manovra più digeribile agli occhi della Commissione e dell’Ecofin. Margini che potrebbero derivare dal la nuova verifica in corso sui costi del Reddito di cittadinanza e di Quota 100 per le pensioni, che per giunta potrebbe essere una misura temporanea, valida per tre anni (così da non pregiudicare la stabilità del sistema sul medio e lungo periodo, una delle critiche della Ue).
Gli emendamenti su Quota 100 e Reddito, per i quali la legge di Bilancio prevede i fondi ma non i meccanismi di funzionamento, potrebbero arrivare già alla Camera, anche se il tempo utile per il governo, con la fiducia, si riduce molto. Si dà comunque per scontato che a differenza del decreto fiscale, per la manovra si arrivi alla terza lettura. Ci saranno una “fase Camera” una “fase Senato”, insomma, in cui deputati e senatori potranno intervenire ed avanzare le loro istanze. Poi la chiusura definitiva alla Camera, presumibilmente poco prima di Natale.
Anche se il negoziato con la Ue finirà per smontare una parte della manovra basata sulla spesa e sul deficit per favorire il rilancio dell’economia, l’intenzione del governo resta quella di forzare il più possibile sulla crescita. «Dobbiamo concentrarci sul rafforzamento della domanda interna e la detassazione delle imprese» ha spiegato ieri in Commissione Garavaglia. Il governo, ha spiegato, sta per esempio ragionando sull’abbattimento dell’Imu sui capannoni industriali, ma anche sulla riduzione dei premi pagati all’Inail per l’assicurazione contro gli infortuni del lavoro.
CORSERA