Millesettecento microchip, di cui circa 300 in giacenza all’anagrafe canina di Forlimpopoli, e altre 1.400 in quella del Comune di Forlì.
Un esubero da cinquemila euro, per apparecchi identificatori per giunta in scadenza, che ha spinto i responsabili dell’anagrafe canina del Comune di Forlì, a inviare una lettera che ha creato qualche imbarazzo tra i veterinari, ‘invitati ad acquistarli’ al fine di evitare rimanenze passive di microchip”.
L’imbarazzo dei veterinari, è legato a una delibera della Regione – la 139 del febbraio 2011 -, nella quale la Giunta riunita in via Aldo Moro, ha riconosciuto la nuova figura del ‘veterinario accreditato’, stabilendo che il professionista poteva acquistare i microchip solo da fornitori inseriti in una precisa lista, riconosciuta dal Ministero della Salute. La ridefinizione della procedura di acquisto e distribuzione dei microchip di identificazione e di registrazione dei cani presenti sul territorio, da parte della Regione, è nata proprio per mettere i veterinari in condizione di poter lavorare ‘dribblando’ le lungaggini burocratiche.
I microchip di identificazione dei cani possono essere dunque prodotti e commercializzati unicamente da soggetti registrati presso il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ai quali viene assegnata una serie numerica di codici identificativi elettronici al fine di garantire la rintracciabilità dei lotti dei microchip venduti. Perché allora il Comune sollecita i veterinari ad acquistarli dall’Ente?
“A seguito della delibera della Regione – spiega Gabriele Guidi, responsabile all’anagrafe canina del Comune di Forlì -, le cose sono cambiate. Dopo il riconoscimento del veterinario accreditato, c’è stato un crollo di vendite dei microchip. Ne abbiamo più di mille in giacenza, e ci siamo accorti che la scadenza è vicina: settembre 2012. Per questo abbiamo invitato i veterinari a darci una mano a smaltire tutti questi pezzi. Perché così tanti microchip in giacenza? Non potevamo prevederla questa delibera”.
In realtà, c’è chi tra i medici è pronto a giurare che la riorganizzazione del sistema di applicazione dei microchip, da parte della Regione, si sapeva almeno dal novembre 2010. Insomma, bastava ridurre gli ordini. “Ci sono avanzati… Noi gestiamo oltre 11mila cani del territorio – chiude Guidi -, per un totale di 4mila pratiche all’anno”. Il costo di un microchip in vendita all’anagrafe canina, è di 2,28 euro, Iva esclusa.
“Non è tanto una questione di prezzo – ci spiega uno dei tanti medici veterinari accreditati -, ma di legalità. Insomma, nella lista dei fornitori indicati dalla Regione, non c’è il Comune. E poi, ad esempio, se oggi acquistiamo un microchip alla Bayer possiamo metterli anche ai cani di un’altra città o regione. Quelli che forniva il Comune di Forlì o Forlimpopoli, invece, era valido solo sul territorio comunale. Ecco perché quella lettera ha sollevato dubbi e imbarazzi”.
Mostra imbarazzo anche lo stesso assessore Alberto Bellini: “Non ho verificato a fondo quell richiesta e le indicazioni che conteneva quella lettera. In ogni caso, col senno del poi, evidentemente se ne potevano prendere in carico meno. Quello dell’anagrafe canina del Comune, comunque, è solo un invito a dare una mano a smaltire i microchip vista la vicina scadenza”.