A un passo dall’intesa nuovo stop delle regioni che chiedono modifiche (vedi). La Conferenza dei Presidenti ha infatti condiviso alcuni emendamenti al testo già predisposto chiedendo un rinvio dell’intesa. Ma anche chiesto di rimettere in discussione il Patto per la Salute alla luce dei tagli previsti dall’intesa e conseguenti, dicono le Regioni, alle norme della legge di stabilità. Rinvio al 23 aprile. I tagli peseranno su beni e servizi e dispositivi medici per quasi 1,5 miliardi. Per 195 mln su prestazioni specialistiche e di riabilitazione. Per 10 mln sui ricoveri nelle cliniche con meno di 40 letti e per 68 mln sulla riduzione dei “primariati”. E infine per 545 milioni sulla farmaceutica tra prezzi di riferimento, scadenza brevetti e diminuzione del fondo per territoriale e ospedaliera. Penalità ai medici che prescrivono specialistica inappropriata. Il testo finale dell’intesa
La sforbiciata di 2,637 miliardi alla sanità è stata definita. Rispetto alla manovra da noi anticipata il 2 aprile scorso non cambia quasi nulla. C’è infatti una sola novità che riguarda le aziende produttrici di dispositivi medici che dal 2016 saranno chiamate a concorrere al pagamento dell’eventuale sfondamento del tetto di spesa programmato, come avviene già da tempo nel settore della farmaceutica.
Ma andiamo con ordine. Al totale di 2,637 miliardi si arriva sommando i 2,352 miliardi (di cui 2 a carico delle regioni a statuto ordinario e 352 di quelle autonome) di minore stanziamento del fondo sanitario 2015, stabilito dall’intesa del 26 febbraio scorso, con i 285 milioni in meno per l’edilizia sanitaria, previsti anch’essi dall’intesa di febbraio.
Con questa nuova intesa sono stati individuati, come previsto, i settori dove intervenire per recuperare il minor finanziamento del Fondo. Nel testo finale che pubblichiamo in allegato, trasmesso ieri pomeriggio alla Stato Regioni, si confermano tutte le misure messe sul tavolo dai tecnici nelle settimane scorse e in particolare:
Beni e servizi
Si prevede la rinegoziazione dei contratti di acquisto per raggiungere uno sconto medio del 4%. L’ammontare dei contratti rinegoziabili per il 2014 è stimato di circa 16,3 miliardi e il risparmio associabile all’abbattimento del 4% medio dei prezzi unitari di fornitura (esclusi farmaci e dispositivi medici), derivante dall’applicazione del dl 35/2013 e del dl 66/2014, è stimato in un valore pari a 652,5 milioni di euro.
Dispositivi medici
Per i dispositivi medici si prevede ugualmente la rinegoziazione dei contratti, ma non si indica una percentuale media di sconto. In ogni caso secondo i calcoli dei tecnici di regioni e governo, l’ammontare del risparmio associabile a tale misura sarà di 845 milioni di euro quale differenziale tra l’attuale valore di spesa e il valore del tetto che resta fissato comunque al 4,4%.
Viene poi previsto, ma a partire dal 2016, che le aziende produttrici di dispositivi medici dovranno concorrere, in proporzione all’incidenza del proprio fatturato sul totale della spesa, al ripiano dell’eventuale sfondamento del tetto programmato in misura del 30% dal 2016, del 40 dal 2017 e del 50% dal 2018.
Sempre in tema di dispositivi medici si valuta anche il possibile impatto (senza però quantificarlo) che deriverà dall’obbligatorietà per gli enti della P.A. di fatturazione elettronica in vigore dal 31 marzo 2015. Le fatture elettroniche consentiranno di rilevare il codice di repertorio, la quantità ed il prezzo dei dispositivi medici venduti agli enti del SSN.
E proprio per monitorare il flusso della fatturazione dovrebbe diventerà operativo presso il Ministero della Salute l’osservatorio prezzi dei dispositivi medici per il supporto ed il monitoraggio delle stazioni appaltanti, con il compito di controllare la coerenza dei prezzi a base d’asta rispetto ai prezzi di riferimento definiti da ANAC o ai prezzi unitari disponibili nel flusso consumi del Sistema informativo e statistico del Ssn.
Appropriatezza. Cittadino pagherà di tasca propria le prestazioni “inutili”
E’ un altro dei pilastri della manovra. Governo e Regioni sono convinti che si possa incidere su prestazioni specialistiche e riabilitative non necessarie ma prescritte ugualmente dai medici. Sarà un decreto ministeriale ad individuare, entro 60 giorni dall’intesa, le condizioni di erogabilità e le indicazioni prioritarie per la prescrizione appropriata delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ad alto rischio di inappropriatezza.
Al di fuori delle condizioni di erogabilità le prestazioni saranno poste a totale carico dell’assistito. All’atto della prescrizione, il medico dovrà riportare al lato della prestazione prescritta l’indicazione della condizione di erogabilità o indicazione prioritaria.
Saranno anche attivati controlli ad hoc e qualora risulti che un medico abbia prescritto una prestazione senza osservare le condizioni e le limitazioni citate, l’azienda sanitaria locale o l’azienda ospedaliera, dopo aver richiesto al medico stesso le ragioni della mancata osservanza, ove ritenga insoddisfacente le motivazioni addotte, adotterà i provvedimenti di competenza applicando una riduzione del trattamento economico accessorio per il personale medico dipendente del SSN o degli incentivi legati al raggiungimento degli obiettivi di qualificazione e appropriatezza per il personale medico convenzionato.
In relazione a questi interventi le Regioni saranno poi tenute a ridefinire i tetti di spesa annui degli erogatori privati accreditati delle prestazioni di specialistica ambulatoriale assicurando un abbattimento medio dell’1% del valore dei contratti in essere.
L’ammontare del risparmio per queste misure contro l’inappropriatezza è stato stimato in circa 106 mln di euro, di cui 69 mln di euro quale effetto derivante dalla riduzione dei consumi nel settore privato accreditato e di 37 mln di euro dall’efficentamento del settore pubblico attraverso la conseguente riduzione dei costi variabili.
Riduzione dei ricoveri di riabilitazione ad alto rischio di inappropriatezza
Previsto un altro decreto ministeriale, sempre entro 60 giorni dall’intesa, che individuerà i criteri di appropriatezza dei ricoveri di riabilitazione ospedaliera, con riferimento alla correlazione clinica del ricovero con la tipologia di evento acuto, alla distanza temporale tra il ricovero e l’evento acuto e, nei ricoveri non conseguenti ad evento acuto, alla tipologia di casistica potenzialmente inappropriata.
Per i ricoveri clinicamente inappropriati ordinari e diurni, verrebbe applicata una riduzione pari al 50% della tariffa fissata dalla Regione ovvero sarebbe applicata la tariffa media fissata dalla stessa Regione per i ricoveri di riabilitazione estensiva presso strutture riabilitative extraospedaliere. Per tutti i ricoveri oltre soglia clinicamente appropriati, la remunerazione tariffaria per i ricoveri ordinari e diurni, è ridotta del 60% per le giornate oltre-soglia.
L’ammontare del risparmio stimato per questa misura è di 89 mln di euro, quale effetto derivante dalla riduzione dei ricoveri e della relativa valorizzazione tariffaria nel settore privato accreditato.
Applicazione dei nuovi standard ospedalieri
Si stima un risparmio di 10 milioni di euro dall’azzeramento dei ricoveri in strutture convenzionate con meno di 40 posti letto (destinate alla chiusura in base ai nuovi standard fatta eccezione per le cliniche monospecialistiche).
Altri risparmi sono previsti sulla spesa per il personale, a seguito della riduzione di strutture complesse e di strutture semplici conseguente al riordino della rete ospedaliera con la conseguente riduzione degli incarichi di struttura semplice e complessa, a cui, fanno notare i tecnici ministeriali e regionali, sono associate specifiche voci retributive che a normativa vigente confluirebbero nei fondi della contrattazione integrativa. Le risorse relative al trattamento accessorio liberate a seguito delle riorganizzazioni correlate al rispetto degli standard ospedalieri, non concorrerebbero inoltre all’ammontare complessivo dei fondi destinati annualmente al trattamento accessorio. L’ammontare del risparmio si stima in 68 mln di euro, quale effetto derivante dalla riduzione di 2.069 strutture complesse ospedaliere (le sole condizionate dal parametro dei posti letto previsto dal regolamento ospedaliero) e di 8.718 strutture semplici (condizionate dal numero di strutture complesse) nelle regioni tenute a ridurre il numero di strutture semplici e complesse rispetto allo standard calcolato sulla base dell’applicazione del regolamento.
Si prevede anche la riduzione progressiva del numero delle Centrali operative 118, sempre in seguito alla riorganizzazione della rete ospedaliera. M il risparmio derivante da tale riduzione non è stato ancora quantificato.
Farmaceutica territoriale ed ospedaliera
Si prevede l’introduzione dell’elenco dei prezzi di riferimento. In proposito è previsto che entro il 30 giugno 2015 AIFA provveda alla ridefinizione straordinaria del prontuario farmaceutico nazionale prevedendo l’introduzione di prezzi di riferimento relativi al rimborso massimo da parte del SSN di medicinali terapeuticamente assimilabili.
Per farlo l’Aifa definirà le modalità di individuazione e valutazione di medicinali terapeuticamente assimilabili; individuerà i raggruppamenti di medicinali terapeuticamente assimilabili; individuare, nell’ambito di ogni raggruppamento, i sottogruppi di confezioni che consentono la medesima intensità di trattamento (intesa come numero totale di giornate di terapia di ogni confezione), fissando il prezzo massimo di rimborso da parte del SSN in corrispondenza della confezione con il prezzo al pubblico più basso.
L’ammontare del risparmio si stima in 400 milioni di euro su base annua e, pertanto, per il 2015 in circa 200 milioni di euro.
Riforma della disciplina di definizione del prezzo dei medicinali biotecnologici dopo la scadenza brevettuale. All’Aifa viene dato il potere di rinegoziare con le aziende farmaceutiche, in riduzione di almeno il 20%, il prezzo di un medicinale biotecnologico all’indomani della sua scadenza brevettuale o del certificato di protezione complementare, in assenza di una concomitante negoziazione del prezzo per un medicinale biosimilare o terapeuticamente assimilabile.
L’ammontare del risparmio si stima in 35 milioni di euro nel 2015 e 105 milioni di euro nel 2016.
Introduzione di disciplina della revisione dei prezzi di medicinali soggetti a procedure di rimborsabilità condizionata (payment-by-result, risk- cost-sharing, success fee). Sempre all’Aifa il potere di rinegoziare con le aziende farmaceutiche in riduzione il prezzo di un medicinale soggetto a rimborsabilità condizionata dopo almeno due anni di commercializzazione, quando i benefici rilevati nell’ambito dei Registri di monitoraggio AIFA siano inferiori rispetto a quelli attesi e certificati. Al momento non è stato però quantificato l’ammontare del possibile risparmio di tale misura.
Riduzione del livello di finanziamento e impatto sui livelli di spesa farmaceutica programmati. In conseguenza dell’abbassamento del fondo sanitario 2015 di 2,352 miliardi è stato infine calcolato l’impatto di tale riduzione sull’ammontare delle risorse destinate alla farmaceutica territoriale ed ospedaliera.
Fermi restando i vigenti tetti della spesa farmaceutica territoriale ed ospedaliera (pari rispettivamente all’11,35% e al 3,5%), i livelli di spesa programmati diminuiranno di circa 310 milioni di euro. In caso di sfondamento, come è noto, esso sarà a carico della filiera farmaceutica (per la spesa territoriale) e della filiera farmaceutica e delle regioni (per la spesa farmaceutica ospedaliera) ciascuna nella misura del 50%.
Nuove misure per la governance del sistema sanitario
In aggiunta a queste misure, Governo e Regioni convengono sulla necessità di introdurre anche nuove misure di governance per garantire maggiore efficienza al sistema sanitario da considerare nell’ambito del lavoro di spending review in atto da parte del Governo.
In particolare:
1) riorganizzazione e ripensamento del sistema aziendale pubblico in una logica di valutazione e miglioramento della produttività, intesa quale rapporto tra il valore prodotto (in termini quantitativi e economici) ed i fattori produttivi utilizzati (in termini quantitativi e economici);
2) individuazione e utilizzo di indicatori standard relativi alla gestione degli immobili, strumentali e non, delle aziende sanitarie pubbliche;
3) valutazione e valorizzazione delle esperienze ed iniziative in ambito di servizi sovra-aziendali, allo scopo di diffondere rapidamente ed efficacemente le migliori pratiche;
4) valutazione della possibilità di realizzazione di un centro di competenza nazionale in materia di stesura dei capitolati per l’acquisizione di beni e servizi:
Medicina difensiva
Governo e Regioni sembrerebbero infine decise a dare una spinta decisiva all’introduzione di modifiche normative sulla responsabilità civile e penale dei professionisti della salute, in modo da favorire l’appropriatezza prescrittiva e limitare gli effetti della medicina difensiva. Come si sa al momento sul tema esistono già diversi ddl all’esame della Camera ma si è ancora in attesa della definizione di un testo unico.
Leggi anche “Sanità, decreto per tagliare 2,3miliardi” dal Sole 24 Ore
C.F e E.M. – quotidiano sanità – 15 aprile 2015