Scongiurate la mini-Imu e la mini-Tasi da pagare a gennaio: un emendamento del governo alla legge di Stabilità approvato dalla commissione Bilancio della Camera abroga la sanatoria delle delibere 2015 “relative a regolamenti, aliquote e tariffe di tributi” adottate dai Comuni dopo il 30 luglio.
Secondo uno studio del Servizio Politiche Territoriali della Uil sono interessati alla sanatoria 844 Comuni: nella maggioranza dei casi le delibere prevedono aumenti delle aliquote della Tasi (che dall’anno prossimo non si pagherà più per la prima casa), dell’Imu e della Tari. Una prima versione della legge di Stabilità “sanava” i provvedimenti adottati entro il 30 settembre, purché fossero stati inviati al ministero dell’Economia entro il 21 ottobre e pubblicati sul sito entro il 28, ma ne escludeva il pagamento con il saldo di dicembre; da qui l’ipotesi di un nuovo pagamento a gennaio. Per i Comuni ritardatari a questo punto rimangono valide le delibere dell’anno precedente.
L’esame in commissione Bilancio prosegue alla Camera anche stamani, e con molta probabilità anche lunedì, per consentire l’approdo in Aula fissato per martedì 15. Tra gli ultimi emendamenti approvati il “pacchetto giochi”: divieto di spot pubblicitari nelle reti televisive e radiofoniche generaliste dalle 7 alle 22, aumento del 2,5% del prelievo erariale sulle slot che erogano vincite in denaro, prelievo che dunque sale al 17,5. Parallelamente diminuisce dal 74% al 70% la quota delle giocate che saranno restituite in denaro ai giocatori in caso di vincite. Inoltre dal 2016 le autorizzazioni per installare nuove slot saranno concesse solo in sostituzione di quelle in scadenza, bloccando così installazioni aggiuntive. Generale soddisfazione per il via libera alla normativa, in particolare il ministro della Salute Beatrice Lorenzin plaude alle disposizioni contro la ludopatia. Tuttavia il presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia fa notare come sarebbe maggiormente opportuno avere «una visione d’insieme. Se i giochi non piacciono, non si fanno, se fanno business allora si normano senza ipocrisie». Soprattutto, però, fa notare Boccia, non ha senso il divieto di spot televisivi in tv e ignorare «Internet come fosse la solita prateria, senza limiti e regole chiare. Non solo sulla Rete non si pagano tasse, ma si può incassare la pubblicità mentre agli altri è vietata».
Polemiche anche per un emendamento dei relatori che stanzia 600 milioni in più di quanto previsto inizialmente per la riduzione del debito delle Regioni a statuto ordinario, facendo salire il Fondo a 1,9 miliardi, e attribuisce alla Regione Sicilia 900 milioni per coprire il disavanzo (che però è di 1,4 miliardi). Il presidente Rosario Crocetta assicura che «c’è ancora tempo per cercare di risolvere la questione» e che ne parlerà con il premier Renzi a Firenze.
Le modifiche alla normativa non sono ancora concluse: il ministro dei Trasporti Graziano Delrio annuncia «un grande piano nazionale per la infrastrutturazione delle piste ciclabili» e un fondo «per rinnovare tutto il parco delle motrici dei treni italiani. Servono 1.600 treni per diventare un Paese normale», osserva. Sul fronte spettacolo, dopo le norme a sostegno degli enti lirici arrivano nuove agevolazioni fiscali a favore della produzione cinematografica.
Repubblica – 13 dicembre 2015