McDonald’s supererà il traguardo dei 500 ristoranti in Italia entro fine anno. È il risultato del piano di sviluppo lanciato dalla multinazionale nel nostro Paese, che prevede 500 milioni di investimento, cento nuove aperture e 3mila assunzioni in tre anni.
Il piano di crescita ha visto già 32 aperture nel corso del 2013 e ne prevede 35 quest’anno e 38 nel 2015. Il cronoprogramma fissato da McDonald’s italiana ha visto 13 ristoranti avviati nella prima parte del 2014 e i restanti 22 di qui a dicembre: le prossime aperture prossime, fanno sapere dalla multinazionale, saranno quelle di Catania, Ladispoli e Latina. Accanto alle aperture procede anche il piano di assunzioni che sono arrivate a metà percorso: 1.500 già effettuate sulle 3mila totali preventivate. McDonald’s riceve mediamente 31 candidature per ogni posto disponibile (si veda il Sole 24 Ore del 3 ottobre 2013); per le 390 assunzioni previste alla fine dello scorso anno, infatti, l’ufficio risorse umane della multinazionale fu invaso da 12mila curricula, con una notevole diversificazione geografica: circa 2mila pretendenti per ogni ristorante collocato nel Sud Italia e 500 domande per i ristoranti situati al Nord.Nel 2014 il numero si è alzato, arrivando a punte di 2.500 candidature, con una media di circa 2mila per ogni nuovo ristorante.
Al progetto di espansione fisica lungo la penisola McDonald’s ha affiancato dall’autunno dell’anno scorso anche l’ingresso nel segmento delle colazioni – focalizzato nella fascia oraria 7-11 – «che sta andando bene – dicono dalla multinazionale – e ha già raggiunto una quota del 3% sul giro d’affari totale, a fronte del 2 che era nelle previsioni». Il successo della formula, unito anche alla crescita dei punti McCafè (circa 200, ormai, in Italia) ha portato a 10 milioni il numero di brioches vendute in un anno: la quasi totalità realizzate dal fornitore italiano Fresystem (si veda altro articolo in pagina). Anche in questo caso si tratta di una politica precisa messa in atto dalla società guidata in Italia dall’amministratore delegato Roberto Masi: incrementare sempre più la filiera di fornitori made in Italy, che già oggi garantiscono il 70% della materia prima; quota che sale al 90% considerando anche packaging, costruzioni, trasporti e servizi.
Il Sole 24 Ore – 20 agosto 2014