Nel prendere atto che finalmente è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Dpcm che disciplina i concorsi riservati ai precari della Sanità, non si può non sottolineare che al momento sono numerosi i provvedimenti di attuazione di leggi ordinarie che trattano di personale che, invece, non sono stati ancora adottati.
Questa normativa secondaria di competenza sia ministeriale che regionale è fondamentale per mettere completamente a regime una legge che altrimenti rimarrebbe un contenitore vuoto e inutile. Come esempio eclatante di tale situazione si può senz’altro prendere la legge Balduzzi del 2012 che ha messo mano a molti e importanti materie che però a oggi sono quasi del tutto irrisolte per la mancanza, appunto, dei decreti e degli atti attuativi. Non solo la legge 189/2012 è in attesa del suo completamento operativo, ma la stessa legge anticorruzione (la 190/2012) e le ultime due o tre leggi di stabilità non hanno realizzato per intero il loro intervento normativo; addirittura restano ancora inespressi alcuni adempimenti del decreto Brunetta (Digs 150/2009).
Non si sta parlando di “nuovi” interventi innovativi (per intendersi: il Ddl 1577 sulla riorganizzazione della Pa o l’altro Ddl sull’attuazione dell’ari. 22 del Patto per la salute), ma soltanto della definitiva messa a regime di legislazione primaria già da parecchio in vigore. Detto ciò, sembra che per alcune materie sia finalmente giunto il momento giusto, almeno a sentire la dichiarazione degli esponenti governativi direttamente interessati (in particolare le ministre Lorenzin e Madia). Infatti, nel corso del mese di marzo è stata annunciata l’imminente pubblicazione della tabella di equiparazione per la mobilità intercompartimentale e del decreto sugli standard ospedalieri.
Riguardo alla prima il ritardo è addirittura di più di cinque anni e non sembra che l’intervento della legge 114 dello scorso anno (cioè prescindere dalla consultazione sindacale dopo la data del 30 ottobre) abbia in realtà risolto le problematiche che – evidentemente – ne impediscono l’adozione. Infatti il 3 marzo scorso le Confederazioni hanno formalmente chiesto alla ministra di non procedere senza essersi confrontata con le parti sociali che sono state incontrate il 2 aprile: dunque il decisionismo governativo in questo caso ha fatto un passo indietro con la conseguenza che la tabella attualmente non c’è ancora.
Nel frattempo è stato pubblicato sulla Gu n. 78 del 3/4/2015 il Dpcm 20 dicembre 2014 che istituisce il fondo finalizzato ad agevolare la mobilità. Analoga appare la situazione degli standard dei posti letto. In questo caso il ritardo è di “soli” due anni e mezzo e anche dopo l’accordo in sede di Stato-Regioni dell’agosto scorso che ha rivitalizzato la materia non siamo ancora arrivati alla pubblicazione. Va detto che la definizione degli standard e la loro effettiva attuazione costituiva la condizione per poter conferire o rinnovare i contratti ex art. 15-septies, circostanza questa che è stata sostanzialmente ignorata in quasi tutte le Regioni.
Stefano Simonetti – Il Sole 24 Ore sanità – 5 maggio 2015