L’iniziativa del capogruppo Pdl in commissione Sanità del Senato prevede una borsa di studio di 13mila euro per ogni anno di corso ai medici che hanno presentato ricorso per il riconoscimento del pagamento del periodo di formazione. Fino ad oggi le cause sono costate allo Stato 310 milioni di rimborsi per 6.700 medici.
Mettere fine ad una ingiustizia, ma senza traumi insostenibili per lo Stato italiano. Questa in estrema la finalità di un ddl del senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri che punta a sanare il contenzioso tra i medici specializzati e lo Stato per il pagamento del periodo di formazione.
Si tratta – scrive in una nota il senatore Pdl, capogruppo in Commissione Igiene e Sanità – dei medici specializzatisi in varie discipline, iscritti ai corsi negli anni 1982/’91 cui è stato negato il diritto di ricevere la remunerazione dovuta secondo disposizioni europee risalenti al 1982 e a cui non viene riconosciuto per questo, in ambito comunitario, il titolo conseguito.
Dall’altra parte – prosegue la nota – c’è lo Stato italiano che, dopo la procedura di infrazione aperta dalla Corte europea per il mancato recepimento delle direttive dall’’82 e le numerosissime sentenze favorevoli ai medici emesse dai Tribunali su tutto il territorio nazionale, rischia di alimentare un contenzioso che graverebbe in maniera esponenziale sulle sue casse.
Da qui, scrive il senatore, l’esigenza di “colmare un vuoto normativo che vede soccombere sul piano giudiziario proprio lo Stato e che ferisce, oltre al diritto, la dignità di professionisti che quotidianamente contribuiscono al buon funzionamento del sistema sanitario nazionale”.
“Il legislatore nazionale – scrive ancora il senatore – in seguito alla sentenza della Corte di giustizia delle Comunità Europee, che nel 1987 (causa C-49/86) ha dichiarato che la Repubblica Italiana era venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del Trattato CEE, ha stabilito in favore degli specializzandi il pagamento retroattivo di una borsa di studio annuale di lire 21.500.000, applicando però (articolo 8, secondo comma) tale disposizione solamente in favore dei medici ammessi alle scuole di specializzazione a decorrere dall’anno accademico 1991-1992. In base a quella sentenza, alla quale le Corti di merito in Italia si stanno già adeguando, sta sorgendo un imponente carico finanziario per lo Stato. Sicché, oggi, da un lato, appare opportuno riconoscere i diritti ai medici che si sono iscritti al corso di specializzazione dal 1983 al 1991 e, dall’altro lato, è necessario ridurre il più possibile l’aggravarsi dell’emorragia di denaro pubblico dovuta al susseguirsi delle sentenze che decideranno i giudizi pendenti”.
Sino ad oggi, la Consulcesi (associazione che rappresenta 40mila medici provenienti da tutta l’Italia e che da oltre 1 anno sostiene i diritti dei professionisti dell’area medico-sanitaria) ha ottenuto un esito positivo per circa 6.700 medici per un totale complessivo di oltre 310 milioni di euro.
“Si comprende bene – sottolinea d’Ambrosio Lettieri – come fosse assolutamente necessario un percorso legislativo che mediasse una situazione insostenibile”.
Di qui, il punto di mediazione proposto dal parlamentare PdL nel ddl: per tutta la durata del corso, a titolo forfettario, sarà riconosciuta ai medici che abbiano presentato all’entrata in vigore della legge la domanda giudiziale per il riconoscimento economico retroattivo del periodo di formazione e/o di risarcimento del danno per la mancata o ritardata attuazione delle direttive comunitarie, una borsa di studio dell’importo omnicomprensivo di 13mila euro per ogni anno di corso (una cifra che rappresenta una media degli importi dovuti). Non si darà luogo al pagamento di interessi legali né a somme a titolo di rivalutazione monetaria.
Quotidiano sanita – 4 luglio 2013