L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha diminuito il valore delle dosi settimanali tollerabili delle principali forme di mercurio contenute negli alimenti: metilmercurio e mercurio inorganico.
Il valore e’ correlato al peso della persona (un uomo di 100 kg potra’ tollerare circa il doppio della quantita’ di mercurio rispetto a chi pesa 50 kg) e il limite e’ sceso da 1,6 microgrammi a 1,3. Il metilmercurio, prevalente nel pesce e nei frutti di mare, e’ particolarmente tossico per il sistema nervoso in fase di sviluppo, incluso il cervello. Il mercurio inorganico e’ meno tossico e puo’ essere anch’esso presente nel pesce e nei frutti di mare, cosi’ come nei piatti pronti. Attualmente le fonti che provocano inquinamento da metilmercurio sono la combustione di rifiuti che contengano mercurio inorganico e la combustione di combustibili fossili, in particolare carbone. I fumi tossici dall’atmosfera ricadono poi in acqua, dove entrano nella catena alimentare, al cui vertice vi sono i predatori piu’ grossi, come pescispada e tonni, in cui il metilmercurio si accumula nel grasso nel corso degli anni, fino a diventare un milione di volte maggiore rispetto alla concentrazione nell’acqua.
Corriere.it – 15 febbraio 2013