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Nestlé, piano da 150 milioni: «Così la strategia in Italia». Settembri: acqua, investiamo nella crescita. Trattative in corso per la vendita di Recoaro

Un sito produttivo a Castrocielo (Frosinone) appena inaugurato con un investimento di 16 milioni di euro e un piano triennale che mette sul piatto 150 milioni. Nestlé rilancia la sua presenza in Italia e dopo aver annunciato un investimento di 60 milioni per rafforzare il marchio Perugina, punta ora a consolidare il segmento «waters». E dei cinque marchi di acque minerali con cui è presente nel nostro Paese (S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Nestlé Vera, Recoaro) il gruppo svizzero sta trattando in queste ore per la cessione di Recoaro.

Come spiega Marco Settembri, amministratore delegato di Nestlé Waters insieme a Stefano Agostini, presidente e amministratore delegato della controllata Sanpellegrino. «Stiamo valutando qual è il migliore futuro per Recoaro, abbiamo ricevuto diverse offerte – precisa Agostini – ma se accadrà qualcosa è perché pensiamo che abbia senso sia per le acque che per le bibite ( Gingerino, ndr ). Di certo prenderemo la decisione più giusta per dare continuità del territorio e per lo sviluppo del marchio».

Nel frattempo il gruppo svizzero torna a puntare sul mercato italiano con un piano triennale di investimenti da 150 milioni di euro che verranno destinati principalmente agli stabilimenti di San Giorgio in Bosco (Padova) e a San Pellegrino Terme (Bergamo) con una nuova linea di produzione, risorse destinate alla sicurezza, viabilità, logistica e immagine della fabbrica. La multinazionale sta infatti pensando in particolar modo a realizzare un museo dell’acqua, aperto anche ai visitatori esterni. «Sono investimenti che ci consentiranno di essere più competitivi ed efficienti. Il marchio Sanpellegrino è in grandissima espansione – spiega Settembri – ed è cresciuto a doppia cifra ogni anno. Anche in Italia che pensavamo fosse ormai un mercato maturo». A differenza della Gran Bretagna, top market di Sanpellegrino dopo Stati Uniti e Canada. «Se ci preoccupa la Brexit? Siamo una multinazionale elvetica – aggiunge Settembri – che fa solo il 2% di fatturato in Svizzera e il 98% in giro per il mondo. Ogni anno viviamo fenomeni di svalutazione e oscillazioni, ci siamo abituati e comunque non ci aspettiamo effetti immediati».

Le acque pesano l’8,6% sulle vendite Nestlé a livello globale ma non è detto che il nuovo Ceo di gruppo Mark Schneider (che sostituirà Paul Bulcke dal primo gennaio 2017) non decida di crederci davvero puntando a far crescere la quota mercato nel mondo, per ora ferma all’11,3%. Secondo Fortune , Schneider allontanerà la multinazionale dal business del food per rifocalizzarla sul segmento «nutrition e medical» dove si concentreranno le prossime acquisizioni. «Nestlé ha 150 anni di storia proprio perché è riuscita a evolversi nel tempo – conferma Settembri – ma non bisogna dimenticare che siamo partiti proprio dalla farina lattea per i bambini, cioè un prodotto della nutrizione. È nel nostro dna e lo sarà anche in futuro».

9 luglio 2016 

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