In una nota il consigliere regionale della Federazione della Sinistra Veneta, Pietrangelo Pettenò, critica le scelte fatte dall’Ufficio di Presidenza in merito alla nuova organizzazione tecnico burocratica del Consiglio regionale.
“Non condivido – scrive l’esponente della FSV – le scelte adottate dall’Ufficio di Presidenza in merito alla costituzione dei Servizi Consiliari, con relativa attribuzione delle posizioni dirigenziali. Forse – precisa – mi mancheranno delle informazioni, ma d’altra parte l’Ufficio di Presidenza non ha ritenuto necessario aprire un confronto con i capigruppo consiliari, né dare una semplice informativa preventiva. Confesso di non avere capito quali siano stati i criteri alla base delle scelte attuate ed in particolare quali siano stati i motivi che hanno determinato la costituzione di nuove figure dirigenti di servizi, la modifica di attribuzioni o la sostituzione di dirigenti. Trovo francamente scandaloso – scrive Pettenò – il caso della sostituzione della Dirigente a capo del Servizio Affari Giuridici e Legislativi, un servizio che casomai necessitava di rafforzamento ed ampliamento, più che di sostituzione di chi ne stava ai vertici, che fra l’altro ha svolto, con le limitate risorse disponibili, un grande lavoro organizzativo al servizio delle Commissioni, del Consiglio e degli stessi Consiglieri. Altrettanto inspiegabile, in questo contesto di risorse limitate e di evidente inadeguatezza dei servizi fondamentali del Consiglio stesso, è l’avere aggiunto un Dirigente a capo del Servizio Studi Documentazione e Biblioteca. Non voglio aggiungere altro anche perchè mancano davvero i presupposti per una serena valutazione di quanto deciso da un Organo Istituzionale, che dovrebbe garantire tutto il Consiglio e che invece sembra rappresentare solo una parte di esso. Tutto ciò non contribuisce a rafforzare il Consiglio Regionale, ma casomai ad indebolirlo e a trasmettere l’idea che a muovere tutto non siano i criteri di qualità, efficienza e razionalità. Ripeto, – conclude Pettenò – forse non ho capito davvero quanto successo il 18 luglio scorso in Ufficio di Presidenza, ma provo da quel giorno un profondo senso di amarezza e anche un po’ di sconfitta per non avere compreso quello che stava succedendo”.
30 luglio 2013