
Novel food. Lo chef Vissani: “L’Europa si occupi di cose più serie che legalizzare il sugo con le tarme. Pensiamo piuttosto a valorizzare i prodotti locali”
«Gli insetti sulle nostre tavole? Non scherziamo. Altro che autorizzarli, vanno vietati». Lo chef Gianfranco Vissani, lo dice al termine di una invettiva calma ma decisissima contro l’entrata in vigore del regolamento europeo sui Novel food. Che non fosse d’accordo lo aveva fatto capire già all’indomani della chiusura dell’Expo di Milano, quando il Parlamento europeo aveva semplificato le regole per l’immissione sul mercato dei nuovi cibi: «Siamo davvero alla frutta». E non ha cambiato opinione.
Eppure la Fao difende questi alimenti. Cosa ne pensa?
«Io credo che non sappiano più che cosa inventarsi. E non soltanto loro».
Di chi parla?
«Dell’Europa, ovvio. Dovrebbero occuparsi di faccende ben più serie e invece parlano di cose che fanno scalpore, così la gente si concentra su quello e non pensa a nient’altro. Queste sono tutte stupidaggini».
Perché secondo lei?
«Ma lei crede che noi siamo nati per essere vegani o per mangiare insetti? Ci stiamo facendo del male da soli. Ma che vuoi farci, è come una donna che mostra il suo corpo per colpire l’altro».
Cioè?
«Sembra che le istituzioni europee debbano sempre trovare uno spunto forte per ricevere attenzione. Ma qui non siamo in Asia. Ce li vedete voi nel piatto un bel paio di vermi da bruco da seta? O cavallette? Guardi, le racconto un episodio».
Dica.
«Vent’anni fa, ero in Cina per girare Linea Verde per Rai 1 con Paolo Brosio. Allora gli feci mangiare a tradimento cavallette e larve. Me lo rinfaccia ancora oggi. Mi disse: “Non ti perdonerò mai”».
E lei?
«Io rido, ma gli dico che ha ragione. Basta, non se ne può più di queste mode».
Quale crede sia il tema vero?
«Dobbiamo dare più lustro ai nostri produttori locali. La gente non lo sa che cosa è il formaggio Maiorchino di Ragusa. Nessuno sa che a Baldo fanno un salame fantastico. Nessuno sa che a Bargi c’è un insaccato altrettanto meraviglioso. Pensiamo a chi produce Parmigiano e Grana padano. Non agli insetti».
Che cosa ne dovrebbe essere di loro?
«No, ma davvero, di che cosa stiamo parlando? Vi prego, non fatemi arrabbiare. Facciamo passare queste normative e poi andiamo al ristorante e non sappiamo neanche quello che c’è dentro il piatto davanti al nostro naso».
Quindi che cosa fare?
«Una cosa soltanto: bisogna vietare gli insetti. Ecco».
Addirittura?
«Certo. Si devono bandire. Se no un domani mangeremo la pasta con il sugo di tarme».
La Stampa – 9 giugno 2017