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Senato, ok a decreto Pa. Precari, prorogata al 2016 la corsia preferenziale nei concorsi. Per la sanità Dpcm ad hoc

palazzo-madamaCon 137 sì, 57 no e un astenuto l’Aula del Senato ha dato il via libera nella serata di ieri al decreto legge sulla Pubblica amministrazione (quello con la stabilizzazione dei precari che prevede per il settore sanitario un Dpcm ad hoc da emanare entro il 1° dicembre). Il provvedimento passa ora alla Camera. Tra le novità approvate dall’aula di Palazzo Madama, dopo che la commissione aveva previsto l’allargamento della platea del precariato da regolamentare col Dpcm anche al personale non sanitario del Ssn, un emendamento sui medici fiscali Inps in cui si prevede in sostanza si tratta della stabilizzazione dei medici precari dell’Istituto. Gli altri emendamenti già approvati dall’aula prevedono, come si diceva, che la stabilizzazione dei precari non si farà solo per il personale sanitario, ma per tutte «le professionalità del Ssn»: porte aperte, dunque, anche ad amministrativi, sociologi, ingegneri.

Una speranza per i precari Pa

Assunzioni più vicine per i precari del pubblico impiego: fino al 2016 a chi ha avuto un contratto a tempo determinato per 3 anni (nell’ultimo quinquennio) viene riservata la metà dei posti messi a concorso. Nessun salvataggio (finora), invece, per dipendenti di aziende pubbliche in crisi che non potranno essere assorbiti in società della stessa natura, tema su cui si esprimerà, però, palazzo Chigi nell’imminente manovra finanziaria. L’Aula del Senato dà il via libera, con 137 voti favorevoli, 57 contrari e un astenuto, al decreto 101/2013 sulla stabilizzazione del personale che opera nelle amministrazioni pubbliche, che passa adesso al vaglio dei deputati, che dovranno convertirlo in legge entro il 31 ottobre.

Un provvedimento che da un lato si pone come obiettivo la stabilizzazione degli occupati a termine nella p.a. e, dall’altro, la lotta agli sprechi, tagliando i costi della politica e imponendo una sforbiciata alle auto blu (nel 2014 si scende dall’80 al 60% della spesa effettuata quest’anno) e alle consulenze (dal 90 all’80% sempre con riferimento a quanto investito nel 2013); oltre, poi, alla citata «corsia preferenziale» destinata a chi ha già lavorato per 3 anni negli enti, la validità delle graduatorie vigenti per concorsi pubblici con assunzioni a tempo indeterminato viene prorogata di un anno, ossia fino al 2016 (quando, cioè, terminerà il blocco del turn over). Tra gli emendamenti approvati al comma 10 dell’articolo 4 del decreto, quello appunto a cui si fa riferimento per il Ssn, è stata inserita la previsione che nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri siano previste specifiche disposizioni per il personale dedicato alla ricerca in sanità, finalizzate anche all’individuazione dei requisiti per l’accesso ai concorsi dei titoli di studio post laurea e di lauree in possesso del personale precario.

Il ministro Gianpiero D’Alia si è detto soddisfatto: «Si affronta in modo serio il problema del precariato nella Pa». La questione della mobilità del personale nelle società controllate verrà ripresentata nella legge di stabilità.

Altra novità l’approvazione di un emendamento che permetterà ai donatori di sangue di continuare a usufruire dei permessi lavorativi per il prelievo, senza per questo dover subire penalizzazioni sul trattamento pensionistico. Con l’emendamento si corregge la lacuna normativa della riforma Fornero che avrebbe costretto i donatori pronti per la pensione entro il 2017 a rimandare la data per recuperare i giorni di astensione dal lavoro dopo i prelievi.

Da una stima dell’Avis, che conta 1.242.192 donatori in Italia, senza la modifica, in quarant’anni di impiego un donatore regolare avrebbe infatti dovuto rimanere in servizio dai 7 ai 9 mesi in più.

E, nell’ambito del processo di riforma delle province, si «recuperano» fino al 31 dicembre 2014 gli incarichi dirigenziali che avevano esse stesse conferito.

Semaforo verde a due proposte (una del governo, l’altra di Scelta civica) che sopprimono quasi tutto l’articolo 3: cadono le misure sulla mobilità degli addetti fra società partecipate direttamente, o indirettamente, dalle amministrazioni (stato, regioni, enti locali ed asl) in «default» o in dismissione, ritenute troppo onerose dalla commissione Bilancio, ma il tema non finisce nel dimenticatoio, perché passa l’ordine del giorno della maggioranza che impegna l’esecutivo ad «affrontare il tema a partire dalla prossima legge di stabilità». Restano in piedi le norme sugli uffici giudiziari «caratterizzati da una grave carenza di» dipendenti, dunque si permette «un più rapido assorbimento di personale soprannumerario, attraverso procedure di mobilità».

Tra le novità di ieri il via libera a un emendamento che punta a mettere un freno alle buonuscite “d’oro” dei dirigenti di società partecipate dalla Pa. La misura prevede che «nella regolamentazione del rapporto di lavoro dei dirigenti, le società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni o enti pubblici non possono inserire, in assenza di preventiva autorizzazione dei medesimi enti o amministrazioni, clausole contrattuali che al momento della cessazione del rapporto prevedano» per questi soggetti «benefici economici superiori a quelli derivanti ordinariamente dal contratto collettivo di lavoro applicato».

Approvate anche misure di “alleggerimento” del Sistri sia per quanto riguarda le categorie interessate che le sanzioni (per le quali viene prevista una proroga). Sull’Ilva, ci sarà la possibilità per il commissario di avere la disponibilità dei cespiti aziendali, tra cui le partecipazioni in controllate; e in caso di azienda sotto sequestro ci sarà la possibilità per il curatore di poter utilizzare i cespiti e le attività finanziarie per assicurare la continuità aziendale.

11 ottobre 2013 –  tratto da ItaliaOggi e Il Sole 24 Ore sanità

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