Disposizione scritta del direttore sanitario del Civile scatena le polemiche: così si teorizzano ospedali di serie A e di serie B
VENEZIA – I vip, se stanno male, vanno ricoverati solo all’Angelo. Non importa se sono in transito a Venezia, come è più probabile, o se hanno un problema che può benissimo essere risolto in uno dei reparti dell’ospedale Civile.
L’ordine dell’Ulss 12 è tassativo: quelli che contano, le “very important persons”, appunto, non devono nemmeno varcare la soglia dell’ospedale veneziano, ma vanno subito dirottati in quello di Mestre. Il direttore sanitario del Civile, Vincenzo Nardacchione, lo ha addirittura messo per iscritto, in una mail che è arrivata a tutti i primari dell’ospedale. E l’indignazione è stata generale.
Nessuna protesta ufficiale, per carità. Si sa come funzionano le gerarchie ospedaliere, dove il dissenso si paga a caro prezzo e i medici preferiscono tacere. Ma dire, anzi scrivere, che ci sono pazienti di serie A e di serie B, e così ospedali di serie A di serie B, non poteva non far arrabbiare soprattutto chi lavora in seconda serie. Una rabbia che monta ormai da un mese e che alla fine è diventata di pubblico dominio.
Il caso, infatti, risale all’inizio di giugno, quando a Venezia è tornato in visita il capo dello stato, Giorgio Napolitano. Come sempre in questi casi, sono stati allertati tutti i responsabili delle unità operative. Il direttore sanitario del Civile, in particolare, ha girato ai medici una mail con gli orari di arrivo e partenza del presidente, aggiungendo una sua postilla.
Testuale: «Vi ricordo che l’eventuale ricovero di VIP è sempre previsto presso l’Angelo. Cordiali saluti, Vincenzo Nardacchione». Tutto qui, ma quanto basta per scatenare i camici bianchi. Innanzitutto perché, come insegna il giuramento d’Ippocrate, i pazienti dovrebbero essere tutti uguali. Che non tutti vengano trattati allo stesso modo capita, purtroppo, ma arrivare a teorizzarlo! Tra l’altro, finora la prassi voleva che all’Angelo venissero dirottati i casi più gravi. Qui invece si scrive che i VIP vanno comunque all’Angelo. E il Civile, allora, a che cosa serve? Va bene solo per chi non è importante? Per le tante persone che in questo ospedale lavorano e si impegnano per il suo rilancio, un’altra ragione per arrabbiarsi.
Il comunicato della Regione Veneto
“Delle due l’una: o la direttiva inviata in occasione della visita del Capo dello Stato è stata scritta e motivata da eccesso di zelo, preoccupati di fare brutta figura con i potenti di turno, oppure era dettata dalla logica della corsia preferenziale. In ogni caso, siamo di fronte, con tutta evidenza, a una cultura del privilegio da sradicare.”
Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, interviene sulla vicenda che ha coinvolto l’Ulss 12 e il direttore sanitario dell’Ospedale Civile, Vincenzo Nardacchione che avrebbe mandato una mail per ricordare ai primari che i vip che si dovessero sentire male a Venezia devono essere dirottati all’ospedale di Mestre.
“Ecco perchè, in qualità di garante della sanità di tutti, sono costretto ad intervenire – spiega Zaia – per assicurare i veneti che l’unica direttiva che riconosco come propria in questa Regione, è che qui i cittadini sono tutti uguali di fronte alla salute e vengono curati tenendo conto della patologia da cui sono affetti nel luogo in cui vivono.”
“Questo principio – continua il Presidente – deve valere per il Presidente della Repubblica, per il Pontefice e per il Presidente della Regione, così come per ogni cittadino. La logica della corsia preferenziale, che è poi un retaggio di antiche prassi cortigiane, malcostume nazionale contro il quale questa amministrazione si è molto impegnata, va sradicata fino in fondo”.
“Inoltre, sempre a proposito di grottesche disposizioni impartite al personale, sono certo – spiega Zaia – che in questa Regione non esistano ospedali di serie “A” e ospedali in cui si curano, invece, le persone normali, così come certifico ai miei concittadini che il Presidente della Regione è assolutamente contrario alla prassi in vigore in quei Paesi dove prima di curare un paziente gli si chiede di esibire una carta di credito. In Veneto i pazienti valgono a uno a uno, qualsiasi sia il loro censo, il loro ceto, il proprio ruolo istituzionale.”
“Infine, con rammarico, devo constatare che esiste, e mi auguro solo in una infelice espressione lessicale, il concetto di Vip , quasi che la popolarità possa costituire di per sé un vantaggio competitivo. Accettare – precisa il Governatore – la logica del “very important person” costringerebbe a interrogativi inquietanti: aprire un ufficio prenotazioni sanitarie a queste persone dedicato? E la biancheria nei letti dovrà essere di un altro colore? Nessuno che interpreti con questa filosofia il concetto della cura e dell’assistenza si deve sentire costretto a lavorare per la sanità del Veneto”.
“Ho chiesto, nel frattempo, al segretario generale alla sanità – conclude il Presidente – di attivare su questo episodio il servizio ispettivo per analizzare ogni risvolto di questa vicenda e eventualmente assumere le conseguenti azioni.”
11 luglio 2012