L’abolizione degli Ordini professionali? Forse, può attendere. Anzi, a scanso di equivoci, si allontana.
Ad attenuare la scadenza del 13 agosto 2012 come termine ultimo per adattare (con regolamento governativo) gli ordinamenti professionali all’abolizione delle tariffe minime e a tutta una serie di obblighi contenuti nella manovra di Ferragosto ? pena la decadenza tout court ? ci pensa un emendamento bipartisan, a firma di Pier Paolo Baretta (Pd) e Maurizio Leo (Pdl), che sono anche i relatori del decreto ‘salva Italia’ alla Camera.
La proposta di modifica, con l’inserimento di un comma 5-bis all’articolo 10 dell’ultima legge di stabilità (legge 183/2011) mira a circoscrivere l’automatica decadenza delle norme professionali entro il prossimo ferragosto «alle sole norme vigenti in contrasto» con i nuovi principi inseriti, che vanno dall’abolizione delle tariffe minime, a norme più trasparenti sulla deontologia, dall’obbligo di polizza all’aggiornamento professionale continuo sino a un equo compenso per i tirocinanti. In pratica, gli ordinamenti professionali devono essere sì ammodernati con decreto per recepire le modifiche entro agosto prossimo. Ma, in caso di ritardo, non decadrà tutto l’impianto che eroga ossigeno a Ordini e Collegi, ma solo quelle regole palesemente in contrasto con i nuovi principi. In ogni caso, entro il 31 dicembre 2012 ? recita il successivo comma 5-ter dell’emendamento proposto ? «il Governo provvede a raccogliere le disposizioni» non abrogate in un Testo unico della materia. Mentre resta, infine, invariato a 18 mesi, il tempo massimo di durata del tirocinio.
«Se verrà approvato, si tratta certamente di un passo avanti ? chiarisce Marina Calderone, presidente dei consulenti del lavoro e del Cup (il ‘coordinamento’ degli Ordini professionali) anche se mantenendo il termine del 13 agosto 2012, si rischia comunque la paralisi (in assenza di un nuovo regolamento per quella data) di alcuni istituti essenziali come, ad esempio, l’apparato disciplinare, che in nessun caso può restare inoperante». Mentre Maurizio De Tilla (presidente dell’Oua) in una lettera al presidente del Consiglio, Mario Monti, insiste sul fatto che equiparare impresa e libera professione e introdurre i soci di capitali negli studi legali «viola la Costituzione».
Intanto, anche i giudici cominciano a recepire il venir meno delle tariffe professionali e le relative sanzioni sugli ‘sconti’. Lo ha sottolineato il Tar Umbria (sentenza 374 del 25 novembre scorso) che ha annullato una delibera del Consiglio notarile di quella Regione. L’Ordine aveva chiesto agli iscritti, per tutelare la deontologia, di fargli avere i preventivi delle parcelle e copia della dichiarazione Iva dell’anno precedente per monitorare le richieste di onorario ed eventuali pratiche di dumping. Richiesta annullata dal Tar : non basta che il Consiglio notarile affermi di voler reprimere pratiche scorrette di illecita concorrenza con un controllo delle tariffe applicate. Perchè sia la legge Bersani 248/2006 che la 148/2011 hanno abrogato ogni disposizione sull’inderogabilità dei minimi tariffari.
ilsole24ore.com – 14 dicembre 2011