Da ieri è chiuso il reparto di chirurgia, trasferiti a San Donà tutti i pazienti che non potranno più essere ricoverati a Jesolo. Resterà la sola attività di day surgery, limitatamente a determinati orari.
Per l’ospedale di Jesolo si tratta di un altro duro colpo subito dopo un progressivo ridimensionamento delle strutture sanitarie di via Levantina. Un processo inesorabile che continua ormai da diversi anni a questa parte. Forza Jesolo ha già mobilitato la sua protesta con un gruppo dedicato alla sanità, ma Daniele Bison dal Consiglio comunale lancia una proposta a effetto a tutta l’amministrazione comunale: «Tutti dal prefetto a dimettersi». Una provocazione che difficilmente potrà essere accolta, anche se sembra l’unica soluzione per far sentire la voce di Jesolo. «Ci vuole una presa di posizione forte», dice Bison, che ha appena consegnato nei giorni scorsi alla segreteria del premier Monti a Roma una lettera in cui denuncia le paure di una chiusura dell’ospedale. «Ma andiamo con ordine. Chirurgia di fatto chiude la degenza notturna, resterà solo per due sedute la settimana fino alle 18 il servizio di day surgery, senza più possibilità di ricovero, e oltretutto chiuso sabato e domenica, con chirurgo reperibile la sola notte, ma senza la presenza in ospedale. Nei mesi scorsi ci sono state le promesse del presidente della Regione Zaia, poi dell’assessore regionale alla sanità Coletto in campagna elettorale. Non abbiamo visto nulla di concreto. Possiamo fare una sola cosa», conclude amareggiato il consigliere della civica Jesolo che ha corso anche con una lista per la difesa dell’ospedale, «e la mia proposta è di consegnare tutti in massa le deleghe al prefetto, a partire dal sindaco e fino a tutti gli assessori e consiglieri comunali, per dare un segnale forte di Jesolo. Io sono pronto a farlo se tutti lo faranno, poi non so cosa accadrà. Sarà commissariato il Comune, torneremo a nuove elezioni. Ma il rischio che corriamo, se nessuno farà nulla, è quello di vedere chiuso il nostro ospedale perchè ogni anno abbiamo perso pezzi importanti della sanità sul litorale». A settembre se ne è andato anche il primario di ortopedia che si è trasferito a Chioggia.
La Nuova Venezia – 25 settembre 2012