Project valido anche sostituendo il Comune ospite. Non è ancora tutto perduto, per il nuovo ospedale della città del Santo. E’ vero, nell’incontro di lunedì la Regione ha incassato il fermo no del sindaco Massimo Bitonci a procedere con il project financing da 650 milioni per un polo da mille letti da realizzare a Padova ovest, e nello stesso tempo ha bocciato la controproposta del Comune di costruire il complesso sanitario del futuro nell’attuale sede di via Giustiniani.
Ma una scappatoia, che l’ufficio legale di Palazzo Balbi non smentisce, c’è. Si può inserire nell’accordo di programma relativo al project un altro Comune al posto di quello di Padova, naturalmente confinante. Così facendo non si butterebbe via il lavoro fatto finora, la Regione non incapperebbe in penali e relativo risarcimento a «Finanza e progetti», il soggetto privato che nell’operazione ha già investito 16 milioni di euro, e soprattutto si doterebbe la sanità padovana di una struttura necessaria come il pane. Per di più non ci sarebbero scontri con l’amministrazione locale, sulla quale la giunta Zaia dovrebbe rivalersi se obbligata a pagare i danni per essersi ritirata dal project.
Legalmente, nonostante l’accordo di programma firmato nel luglio 2013 da Regione, Iov, Azienda ospedaliera, Università, Comune e Provincia di Padova, è possibile cambiare in corsa la municipalità, in quanto solo «soggetto ospitante». E di conseguenza Palazzo Balbi è disponibile a valutare nuove proposte da parte di altri sindaci, per poi ripartire con l’iter. A cominciare dalla dichiarazione di pubblico interesse, che la stazione appaltante del project, ovvero l’Azienda ospedaliera, si apprestava a fare. Del resto anche Mirko Patron, vicepresidente della Provincia, nella riunione di lunedì ha detto: «Non ha importanza dove, la location, l’importante è che Padova sia un riferimento per la medicina della provincia». Anche nelle schede ospedaliere si parla di «nuovo ospedale» genericamente, non è indicata la sede in cui farlo. Così come non la cita la voce di bilancio che assegna un finanziamento triennale di 150 milioni di euro alla struttura.
Il problema, ora, è trovare un Comune «volontario». L’ipotesi Legnaro, caldeggiata dall’Università perchè già sede di Agripolis e dell’Istituto Zooprofilattico, sembra tramontare. «E’ un’idea da noi proposta nel 2004 in sede di città metropolitana, ma bocciata perchè l’allora sindaco Flavio Zanonato voleva realizzare il complesso a Padova — racconta il sindaco Giovanni Bettini —. Non ne abbiamo più parlato e oggi non ci sono i soldi per accollarci oneri viari e di altro genere. Non riusciamo nemmeno ad aiutare i cittadini più in crisi a pagare le bollette e per non sforare il Patto di stabilità abbiamo bloccato i pagamenti. Se la Regione scegliesse Legnaro, dovrebbe sostenere tutte le spese dell’operazione, noi potremmo al massimo mettere a disposizione l’area vicina ad Agripolis, ma non so se basterebbe. In ogni caso non saremo noi a proporci — prosegue il primo cittadino — il tema non è mai stato discusso in consiglio. Un Comune di 9 mila abitanti non può permettersi un progetto simile, a causa dei tagli ai trasferimenti statali siamo con l’acqua alla gola».
Ma l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, auspica che la Regione trovi l’accordo con l’amministrazione Bitonci per proseguire sulla strada tracciata, anche indipendentemente dal project financing. «La soluzione migliore sarebbe condividere il percorso, sulla base di dati oggettivi — riflette —. Non prendo nemmeno in considerazione lo strumento project nè altri, perchè prima va definita l’area. Poi si deciderà lo strumento, ma il primo problema è metterci d’accordo sul sito. Bitonci ha dimostrato una certa rigidità nel sostenere il suo piano, ma bisogna mediare. Per il bene dei malati dobbiamo fare tutti un passo indietro e riprendere a discutere». E proprio questo chiede il presidente del Consiglio regionale, Valdo Ruffato, che nella seduta di ieri ha presentato una mozione, insieme ai consiglieri padovani, per chiedere alla giunta di «uscire dallo stato di incertezza e indecisione e di proporre subito la realizzazione dell’ospedale in un sito adeguato». Il tutto «per evitare penalizzazioni ai cittadini». «Considerato che il 28 luglio si è evidenziata l’impossibilità di scegliere in via definitiva l’ubicazione della nuova struttura tra le proposte sul tavolo — recita la mozione — si impegna la giunta regionale ad adottare con urgenza gli atti necessari ad arrivare, senza ulteriore indugio, a un sito diverso dall’attuale sede e da Padova ovest».
M.N.M. – Corriere della Sera – 30 luglio 2014