La Regione taglia 17 milioni alle cliniche Aiop e altri 20 al «Sacro Cuore» di Negrar. Morello dell’Aiop: «La revisione di spesa anticipata porterà a ridurre le prestazioni in convenzione Ci si rivolgerà sempre di più a liberi professionisti»
Un taglio di 17 milioni nel biennio 2011-2012, per le cinque strutture veronesi che aderiscono all´Aiop (Associazione italiana ospedalità privata): Centro riabilitativo veronese e clinica San Francesco a Verona, Villa Garda a Garda, Villa Santa Chiara a Quinto, clinica Pederzoli a Peschiera. Per il solo Sacro Cuore di Negrar, invece, aderente all´Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari) le minori entrate dal 2010 al 2012 ammontano a 20 milioni.
Sforbiciate che rientrano nelle più generale riduzione dei budget a disposizione della sanità accreditata e che hanno portato 90 milioni in meno nelle casse degli ospedali privati veneti, nel 2011, con un ulteriore ridimensionamento di circa 20 milioni nel 2012. In questa situazione il privato accreditato fatica a mantenersi in equilibrio, come dimostra l´attivazione della procedura di messa in mobilità di 74 dipendenti da parte del Policlinico San Marco di Mestre.
Complessivamente, in un biennio sono venute meno in media il 16 per cento delle risorse per l´assistenza ospedaliera e il 30 per cento per le prestazioni ambulatoriali rese all´interno delle 23 strutture regionali associate ad Aiop, 21 delle quali accreditate con il sistema sanitario nazionale, e dei cinque ospedali veneti classificati più due Irccs che fanno capo ad Aris.
«Nello stesso biennio però», fanno notare dalle due associazioni, «il fondo sanitario ripartito alle Ulss è stato incrementato di 226 milioni, cioè del 2,9 per cento, passando da 7 miliardi 894 milioni del 2010 agli 8 miliardi 121 milioni del 2011 (per il 2013 si tornerebbe però, stando al riparto provvisorio, licenziato dalla Quinta commissione consiliare, a 7 miliardi 831 milioni; dallo Stato arriverebbero circa 200 milioni in meno rispetto all´anno precedente, ndr)».
Per il 2013 e il 2014 è la delibera n. 2621 del 18 dicembre scorso, contenente disposizioni dettate dalla cosiddetta «spending review» a fare testo, promettendo al privato accreditato, che a Verona si concentra soprattutto in provincia (530 posti letto, 453 dei quali accreditati tra Villa Santa Chiara, Pederzoli e Villa Garda, più i 465 posti letto per acuti e i 366 di area socio-sanitaria al Sacro Cuore di Negrar) la conferma del budget dello scorso anno, ovvero di 464 milioni 416mila euro, comprensivi dei ticket a carico dei cittadini, incassati dalle strutture (dalla Regione sono stati stanziati 443 milioni e 655 mila euro). Budget dal quale però occorre sottrarre, in attuazione alla legge di revisione della spesa, quattro milioni che una precedente delibera (n. 832/2012) aveva accantonato per l´acquisto di pacchetti di prestazioni ospedaliere dai privati convenzionati, finalizzati a far fronte alle liste d´attesta e contenere il fenomeno della mobilità regionale.
«Il privato ospedaliero accreditato è stato sottoposto ad una spending review anticipata con il risultato che tutte le nostre strutture stanno facendo politiche di riduzione dei costi e dunque anche del personale: non si rinnovano i contratti a tempo determinato e a libera professione. Chi va in pensione non viene sostituito, nel Veronese sono già saltate una ventina di posizioni», illustra Vittorio Morello, presidente di Aiop veneto.
In più alcune strutture, «come Villa San Francesco e Centro riabilitativo veronese hanno subito tagli superiori rispetto alla media, che non sono stati motivati dalla Regione: supponiamo siano imputabili al deficit delle Ulss di appartenenza. Il giro di vite ci ha indotto come associazione ad impugnare i provvedimenti regionali davanti al Tar. Attendiamo il giudizio, ma intanto occorre risolvere le difficoltà quotidiane».
«La stretta ha creato problemi anche al Sacro Cuore di Negrar e a Villa Santa Giuliana (strutture veronesi Aris, ndr). Al Sacro Cuore abbiamo dovuto varare provvedimenti interni di riorganizzazione della spesa e rivedere i rapporti con i fornitori. Negrar è il quinto ospedale del Veneto e dalla Regione riceve 100milioni, a fronte di un milione di prestazioni ambulatoriali e di oltre 30mila ricoveri annui, ad alta e media complessità. Costiamo circa il 35 per cento in meno rispetto alle strutture pubbliche equivalenti. Il gradimento dell´utenza è elevato: se avessimo 100 posti letto in più li riempiremo, per i ricoveri programmati c´è sempre la fila», afferma Mario Piccinini, presidente regionale Aris e direttore amministrativo del Sacro Cuore. Ma è già molto se la Giunta veneta, alle prese con la predisposizione delle schede ospedaliere, manterrà i posti letto esistenti.
«Attendiamo questo provvedimento; di notizie non ne circolano. Non ci aspettiamo limature perché in Veneto le dotazioni per acuti sono già a quota 3,7 posti letto per mille abitanti. Abbiamo ricevuto assicurazioni sul mantenimento di tutte le strutture esistenti», annuncia il presidente Aiop.
Una certezza riguarda invece le liste d´attesa per le prestazioni ambulatoriali rese all´interno degli ospedali del privato accreditato. «Il taglio del 35 per cento delle risorse, effettuato nel 2011, ha prodotto un aumento dei tempi per esami e specialistica. Il risultato è che se le prestazioni in convenzione si esauriscono subito, l´utenza si orienta a prenotare test o gli interventi di microchirurgia, come cataratta o tunnel carpale, in libera professione, facendo fronte di tasca propria», conclude Morello. «Con i provvedimenti presi dalla Giunta in attuazione alla spending review», aggiunge Piccinini, «la situazione non potrà che peggiorare».
Valeria Zanetti – L’Arena – 15 febbraio 2013