La Commissione europea intende mantenere sotto attento «monitoraggio» l’Italia per verificare se le politiche economiche, finanziarie e di riforme del governo risolvono gli eccessivi squilibri macroeconomici. Ma l’istituzione del lussemburghese Jean-Claude Juncker ha già fatto sapere che le raccomandazioni (attese mercoledì o nei giorni successivi) riguardano i dati fino al 30 aprile scorso.
Quindi non considereranno i possibili «buchi» di bilancio provocati dal rimborso delle indicizzazioni delle pensioni imposto dalla Corte costituzionale e dai rischi di perdite per i derivati sui tassi d’interesse sul debito.
Il maxi debito pubblico resta il principale squilibrio dell’Italia. C’è poi il problema dei crediti inesigibili nel sistema bancario. Ma fonti diplomatiche, sottolineando i continui contatti tra Bruxelles e il ministero dell’Economia, anticipano la conferma della flessibilità varata dall’Ue in relazione alla crisi. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ribadito «l’impegno a completare il percorso di riforme di cui il Paese ha bisogno da molto tempo» e che «si è aperta una finestra di miglioramento dell’economia e sarebbe un grave errore non approfittarne al meglio». Tra le riforme c’è quella fiscale per «razionalizzare e ridurre» la pressione sui contribuenti, rafforzando «la lotta all’evasione». Lunedì a Bruxelles (per l’Eurogruppo) sonderà la Commissione sui problemi del sistema bancario e dei rimborsi alle pensioni più alte. Quest’ultimo sta creando polemiche in Italia. Cesare Damiano della minoranza Pd ha replicato all’accusa del premier Renzi di aver votato a favore del provvedimento del governo Monti bocciato dalla Consulta, ricordando di averlo fatto, dopo averlo inizialmente contestato, «per lealtà» come poi «abbiamo fatto con il Jobs act». Il leader del M5S Beppe Grillo ha esortato a restituire i soldi «ai pensionati» e «alla classe dimenticata degli esodati».
A Bruxelles non sembrano voler aprire altri fronti con i Paesi monitorizzati per gli squilibri macroeconomici (tra cui Italia e Francia), quando ancora non c’è accordo sul salvataggio della Grecia. Lunedì la riunione dei quattro presidenti, Donald Tusk (Consiglio dei governi), Juncker (Commissione), Mario Draghi (Bce), Jeroen Dijsselbloem (Eurogruppo), a cui si è aggiunto Martin Schulz (Europarlamento), dovrebbe fare il punto sul negoziato con Atene. La soluzione non è però attesa nell’Eurogruppo che inizia nel pomeriggio .
Ivo Caizzi – Il Corriere della Sera – 10 maggio 2015