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Padova. Asini e pecore maltrattati, a processo titolare di agriturismo

Dodici asini, dodici pecore, una mucca, cinque maiali e una sessantina di polli: a detta della procura, per loro l’agriturismo «Ai Giardini» di Saonara era diventato un inferno, altro che un luogo dove vivere in tranquillità in box, sì recintati, ma delle giuste dimensioni.

E per quel «lager» portato alla luce dai carabinieri di Legnaro a fine 2010 e fatto di recinti in ferro arrugginito che potevano ferire gli animali, box all’aperto fangosi e senza abbeveratoi, Guido Lazzaro, 64 anni titolare dell’agriturismo, è finito a processo con l’accusa di maltrattamento di animali. La prossima udienza di fronte al giudice Nicoletta De Nardus si terrà il 12 dicembre, quando il dibattimento entrerà nel vivo. I fatti per cui è a processo il titolare dell’agriturismo, un nome abbastanza noto nella zona tanto da ricevere commenti anche in internet, prendono il «la» negli ultimi mesi del 2010 quando alla stazione dei carabinieri di Legnaro arriva una segnalazione anonima che racconta di un numero impressionante di animali (una novantina in totale tra polli, maiali, asini, pecore e bovini) tenuti in condizioni pietose nel parco dell’agriturismo «Ai Giardini» di Saonara. Le indagini partono con un primo sopralluogo dei militari dell’Arma che il 25 novembre 2010 fanno visita all’azienda di Guido Lazzaro, difeso dal penalista Luigino Martellato. Con i militari c’è anche il professor Daniele Bernardini del dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie del Bo che scrive una relazione dettagliata sul sopralluogo, condendo il tutto con una serie di fotografie che documenterebbero una situazione al limite del sostenibile per gli animali di proprietà del 64enne. Le carte finiscono in Procura, Guido Lazzaro viene indagato per maltrattamenti e gli viene ordinato di porre fine alla situazione. Le cose però non cambiano e a gennaio 2011 viene ordinato il sequestro di 12 asini, altrettante pecore e una mucca. Secondo i medici che li hanno visitati, gli animali, rinchiusi in recinti in cui non erano rispettate le norme igieniche, erano feriti, assetati e sporchi.

Nicola Munaro – Il Corriere del Veneto – 11 giugno 2013

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