Ci aveva già provato nel 2000, quando era assessore alla Sicurezza nella giunta del sindaco azzurro Giustina Destro, ma allora riuscì solo a dare fastidio alle diverse compagnie, molte delle quali in effetti per anni non si fecero mai più rivedere a Padova. Oggi Maurizio Saia, di nuovo assessore alla Sicurezza però nell’esecutivo del leghista Massimo Bitonci, ci è riuscito: mai più circhi con gli animali nella città del Santo.
Per ora si tratta solo di un atto d’indirizzo condiviso dal primo cittadino, che però nel giro di un paio di settimane diventerà una delibera di giunta, cui sta lavorando l’assessore all’Ambiente Matteo Cavatton, da sottoporre anche all’approvazione del consiglio comunale. Lo ha annunciato lo stesso Saia ieri mattina, sulla sua pagina Facebook: «Giornata storica per Padova, grazie sindaco Bitonci. Oggi in giunta abbiamo deciso di vietare gli spettacoli circensi con animali in tutto il territorio comunale. Benvenuti ai circhi con soli artisti e a spettacoli senza animali. Battaglia di civiltà». Una misura già in vigore a Modena e a Brescia, ma non in Veneto.
«L’intento è di tutelare gli animali, secondo una particolare sensibilità trasversale, che non interessa schieramenti di destra o di sinistra — spiega l’assessore —. A breve introdurremo un’apposita modifica al regolamento comunale per la tutela degli animali. Animali che, nel contesto circense, tra gabbie, viaggi e spettacoli, non fanno altro che soffrire, peraltro dopo essere stati strappati dal loro habitat naturale. Esistono tanti circhi stupendi che non utilizzano gli animali e che, in tutto il mondo e presto anche a Padova, riscuotono un enorme successo». Per scoraggiare i circhi con animali, l’Aps ha elevato centinaia di euro di multa a molte compagnie, per affissione abusiva di cartelloni: una ha collezionato contravvenzioni per 12mila euro in due anni. Mai pagate.
Tornando agli show senza animali, l’inventore è stato Nando Orfei, che diceva: «Un circo senza elefanti, cammelli e giraffe è un po’ triste ma è una rivoluzione necessaria. E poi mi rende felice aver esaudito il desiderio del mio grande amico Federico Fellini, che mi disse: Nando, devi fare un circo diverso, un luogo dove si possa sognare. Non si può tenere una tigre in una gabbia di quattro metri per due». E poi c’è il canadese «Cirque du Soleil», famoso per mimo, acrobazie, giocoleria.
Ma come stanno gli animali sotto il tendone? «Quelli che abbiamo curato noi erano tutti in buone condizioni fisiche, tenuti bene, con amore — assicura il dottor Roberto Busetto, a capo dell’équipe di veterinari di Agripolis che qualche giorno fa ha rimesso in sesto una tigre del «Circo di Praga» —. Hanno il cibo assicurato e quando non stanno bene sono esentati dal lavoro. Certo, sono in gabbia, starebbero meglio liberi nei parchi naturali, che tra l’altro hanno salvato diverse specie dall’estinzione».
Il Corriere del Veneto – 27 gennaio 2016