Pare non conoscere sosta il pugno duro del sindaco Massimo Bitonci nei confronti dei kebabbari e, in generale, dei locali (etnici) per asporto che si trovano nei dintorni della stazione. A distanza di un anno esatto dalla sua creazione, si allarga il perimetro dell’area nei dintorni della ferrovia raggiunta dal cosiddetto coprifuoco deciso dal primo cittadino leghista per far fronte ai problemi di sicurezza di quella che è considerata una delle aree più calde di Padova.
Ieri mattina, tramite un’apposita ordinanza, Bitonci ha stabilito che l’obbligo di chiusura anticipata alle 20, che appunto da dodici mesi interessa tutte le attività commerciali e alimentari presenti in via Eremitano, viale Codalunga (tra piazzale Stazione e via Trieste), via Trieste (tra viale Codalunga e via Valeri), via Valeri e piazzale Stazione (escluso l’interno della ferrovia), debba essere esteso anche a quelle collocate sul cavalcavia Borgomagno, in vicolo Aspetti, in via Aspetti (tra il Borgomagno e l’incrocio con viale Arcella e via Minio), in via da Bassano (dall’inizio fino all’altezza di via Gennari) e in via Avanzo (dall’inizio fino all’altezza di via Fasolato). Nello specifico, il provvedimento riguarda i già citati kebabbari, le pizzerie per asporto, le paninerie, le friggitorie, le rosticcerie e le gastronomie nonché i parrucchieri, i phone center, i money transfer e gli internet point.
Per quanto invece concerne bar, ristoranti e pizzerie dotati di un’area interna dove effettuare il servizio di somministrazione di cibi e bevande,è stato tolto l’obbligo di chiusura anticipata alle 22. Ma, a differenza dei bar del centro che possono restare aperti fino alle 2 di notte, i locali in questa zona devono chiudere le serrande entro mezzanotte. Infine, le sale giochi e le sale scommesse, quelle ovviamente che si trovano in una delle strade elencate sopra, dovranno abbassare la saracinesca alle 22. Gli eventuali trasgressori, si legge nella nuova ordinanza emanata dal sindaco Bitonci, verranno puniti con una multa di 500 euro e, in caso di recidiva, con la chiusura del locale per una settimana.
«Nell’area della stazione – spiega l’ex senatore del Carroccio – esistono ancora alcune situazioni critiche, che ci sono state segnalate dai residenti e che stiamo monitorando con i vigili urbani e in stretta collaborazione con la questura. Ed è proprio questo il motivo per cui abbiamo deciso di adottare questo ulteriore provvedimento, che va a colpire alcune attività commerciali che creano disagio a chi abita nella cosiddetta Prima Arcella». Quindi, forte del precedente di un anno fa quando il Comune vinse in tribunale il sindaco ricorda che «l’ordinanza venne impugnata da alcuni kebabbari. Ma il Tar riconobbe la bontà delle ragioni dell’amministrazione e respinse il ricorso». La nuova stretta operata da Bitonci non piace però all’opposizione a Palazzo Moroni che già aveva criticato l’ordinanza un anno fa. «Quest’ennesima trovata non servirà assolutamente a nulla se non a consentire agli spacciatori e ai malintenzionati di muoversi in maniera ancora più indisturbata nella zona — allarga le braccia Massimo Bettin, segretario provinciale del Pd — Purtroppo per vedere davvero riqualificata la zona della stazione e quella dell’Arcella, bisognerà attendere ancora circa tre anni. Cioè quando manderemo a casa questo sindaco che sa fare solo ordinanze inutili».
Davide D’Attino – Il Corriere del Veneto – 2 settembre 2016