Camici bianchi, il posto fisso è un miraggio: a Padova, città sanitaria per eccellenza, con un polo ultraspecialistico di cosiddetto terzo livello e una miriade di ospedali più o meno grandi tra città e provincia, il precariato stravince. Solo il 4,7% dei giovani dottori under 33 è assunto con contratto a tempo indeterminato. Per godere della serenità del “pezzo di carta che non scade” bisogna attendere pazientemente il cinquantesimo compleanno.
Prima, è la fiera dei contratti rinnovabili, delle ansie e dei patemi d’animo dettati dall’incertezza, delle speranze che salgono periodicamente in altalena.
«Avere un contratto atipico – chiarisce Andrea Rossi, responsabile Anaao Giovani del Veneto (Associazione medici dirigenti) e vice segretario regionale Anaao – significa di fatto niente maternità, niente ferie, niente malattia, niente previdenza, niente anni di anzianità, ed esser pagato, in particolare per quanto riguarda la realtà del gettonista, quanto una colf. Un’anomalia tutta nostrana che l’Europa, infatti, giudica insostenibile e per di più illegale».
L’età media di chi ha in mano la tua salute? 50,3 anni, con una netta prevalenza tra i 50 e i 60. Una ricerca, realizzata dalla stessa Anaao Giovani, chiarisce quali sono i numeri del precariato da noi. «Una mini survey, realizzata l’anno scorso, su mille medici under 40 – spiega Rossi – ha evidenziato come, nella fascia d’età tra i 25 e i 33 anni, solo il 4,7% è assunto con contratto a tempo indeterminato, il 46,8% ha un contratto a tempo determinato e il 48,5% un contratto atipico». I dati indicano poi come tra i 33 e i 40 anni la quota di precari si attesti comunque oltre il 33%. «Un’indagine simile condotta dalle Aziende sanitarie del Veneto – chiarisce in conclusione il vicesegretario Anaao – riporta che i precari in sanità con contratto determinato da almeno 3 anni nella nostra regione sono circa 600, di cui circa 250 medici specializzati. E la situazione, in questi anni non è certo migliorata. Gli effetti di questo mancato ricambio generazionale ricadono direttamente sui cittadini e sui servizi che la Sanità veneta è in grado di garantire».
(F.Capp) – Il Gazzettino di Padova – 8 agosto 2014