Adriano Buranello cambiava spesso studio. Avrebbe chiesto 80 euro in nero a seduta e non voleva malati accompagnati
PADOVA – Un diploma preso recentemente alle scuole serali, nessuna competenza in medicina. Ma da lui c’era la fila per avere qualche speranza di guarire dal tumore. Malati disposti a tutto per aggrapparsi ad un’àncora di salvezza. Sono almeno duecento secondo le indagini dei carabinieri del Nucleo antisofisticazioni i clienti che negli ultimi tempi hanno bussato alla porta di Adriano Buranello, un naturopata veneziano, che ha vissuto per parecchio tempo a Trebaseleghe e da poco si è trasferito nel vicentino a Pove del Grappa. A seguito di una denuncia giunta negli uffici di Padova, i militari – coordinati dal pubblico ministero Francesco Tonon – il 30 ottobre scorso hanno effettuato una perquisizione a Pove del Grappa a casa di Buranello.
I militari hanno sequestrato materiale informatico e circa duecento schede di pazienti. Il naturopata è accusato di truffa, circonvenzione di incapace, esercizio abusivo della professione medica e lesioni personali. Secondo le informazioni raccolte dai militari, l’indagato in più occasioni – di fronte a malati di tumore – avrebbe detto di non effettuare alcuna cura tradizionale (chemioterapia, radioterapia), ma di affidarsi all’essenza biologica del problema. Questo pare abbia portato numerosi pazienti ad interrompere drasticamente le cure per seguire le teorie di Buranello e un precipitoso aggravamento della malattia.
Come nel caso di una signora quarantenne di Padova che ha rischiato di morire per seguire il percorso proposto da Buranello. Il quale – per sua stessa ammissione – fa firmare una liberatoria ad ogni paziente prima di iniziare il percorso, ma che alla fine consiglierebbe fiori di Bach oppure uno sciroppo alle erbe per contrastare la malattia. E quando i dolori diventano lancinanti, ingerire al massimo un antidolorifico. Le indagini del Nas sono cominciate nei primi mesi del 2012. La sua attività, Adriano Buranello l’ha portata avanti per parecchio tempo in una casa isolata a Silvelle di Trebaseleghe. Non ha mai avuto una partita iva.
Chiederebbe ottanta euro a seduta. Non vuole che il paziente venga accompagnato da parenti. Vuole un rapporto a due senza interferenze di familiari. Il Nas di Padova lo considera una persona molto furba, in grado di condizionare il pensiero della gente già turbata dalla malattia. Cambiava spesso il luogo in cui riceveva i pazienti. Secondo gli investigatori, non era altro che una tecnica per non incorrere in controlli a sorpresa. A sua difesa, ieri ha riferito di essere andato via da Trebaseleghe perchè aveva accumulato troppi debiti ed era stato costretto a vendere casa. Quando il 30 ottobre all’alba i Nas hanno suonato al campanello di casa, Adriano Buranello avrebbe detto: «Chi mi ha tradito?».
L’appello del Nas: chiunque abbia avuto rapporti con l’indagato si rivolga alle forze dell’ordine per denunciare quanto è avvenuto. Gli inquirenti sono infatti convinti che dietro il suo buonismo e la voglia di salvare vite umane, ci fosse soltanto una voglia di arricchirsi alle spalle di chi lotta contro la morte.
11 Novembre 2012 – Gazzettino