Il Parlamento Europeo oggi ha bocciato il regolamento presentato il 13 dicembre dalla Commissione Europea sull’etichettatura di origine della carne suine, ovicaprine ed avicole. Nella seduta plenaria di questa mattina gli europarlamentari, con 368 voti a favore, 207 contrari e 20 astenuti, hanno adottato una risoluzione che invita la Commissione a ritirare il regolamento e chiesto che venga prevista l’indicazione obbligatoria del luogo di nascita, modellando le nuove regole sulle severe indicazioni già presenti per quanto riguarda la carne bovina. Il regolamento di esecuzione 1337/2013 della Commissione fissa le modalità di applicazione del regolamento (UE) 1169/2011 per quanto riguarda l’indicazione del paese di origine o del luogo di provenienza delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili.
Con la risoluzione adottata oggi – che rientra nel potere stabilito dall’art. 11 del regolamento (UE) 1182/2011 che stabilisce le regole e i principi generali relativi alle modalità di controllo da parte degli Stati membri dell’esercizio delle competenze di esecuzione attribuite alla Commissione – il Parlamento europeo invita la Commissione a ritirare il Regolamento di esecuzione (UE) 1337/2013 e a predisporne una versione modificata che preveda l’indicazione obbligatoria in etichettatura del luogo di nascita, nonché dei luoghi di allevamento e di macellazione dell’animale per le carni non trasformate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili, in conformità alla legislazione vigente in materia di etichettatura di origine delle carni bovine. La Commissione viene inoltre invitata a eliminare le deroghe previste per le carni macinate e le rifilature.
Secondo quanto proposto dalla Commissione, le etichette avrebbero dovuto riportare soltanto i nomi dei Paesi in cui saranno avvenuti l’allevamento e la macellazione degli animali. Inoltre, la carne suina potrebbe essere etichettata come allevata in uno Stato membro dopo aver trascorso soltanto quattro mesi al suo interno (un solo mese per quanto riguarda il pollame).
La Commissione Europea non ha proposto un’etichettatura obbligatoria per il luogo di nascita degli animali da allevamento, come invece il Parlamento Europeo aveva richiesto. “Vogliamo un’etichettatura obbligatoria per il luogo di nascita, d’allevamento e di macellazione per ogni tipo di carne, come già avviene per i bovini. Ciò permetterà ai consumatori di sapere quanto l’animale avrà viaggiato e se avrà sostato in Paesi che mantengono buoni standard per il benessere animale” ha dichiarato Glenis Willmott, responsabile della stesura della risoluzione.
Wilmott si è chiesta quali siano gli ostacoli che non permettono di applicare alla carne suina e ovina e ad altri tipi di carne le stesse regole che valgono già per la carne bovina. Ecco dunque la forte opposizione del Parlamento al volere della Commissione, con una risoluzione adottata grazie a 368 voti a favore dell’indicazione d’origine per ogni tipo di carne, 207 contrari e 20 astensioni.
Gli europarlamentari sottolineano che conoscere l’origine della carne è di primaria importanza per i consumatori, soprattutto di fronte ai recenti scandali alimentari, inclusa la sostituzione fraudolenta della carne di manzo con carne di cavallo. Sono dunque necessarie nuove regole di tracciabilità, che risultino molto più severe.
Il Parlamento Europeo chiede dunque alla Commissione di ritirare la proposta e di riformularla in una nuova versione, che includa l’indicazione obbligatoria del luogo di nascita, di allevamento e di macellazione per ogni tipo di carne, in linea con la legislazione già in vigore per la carne bovina.
6 settembre 2014