Addio al finanziamento pubblico ai partiti ma solo dal 2017. Oggi approda in consiglio dei ministri, attualmente in corso, il disegno di legge che sancisce lo stop alla concessione di queste risorse pubbliche.
I fondi pubblici saranno sostituiti da contribuzioni volontarie, con agevolazioni fiscali per gli importi più contenuti, i “piccoli” contributi. Al di là delle resistenze, alla fine l’esecutivo dovrebbe dare il via libera al provvedimento. Il Cdm ha deciso di nominare il prefetto Alessandro Pansa capo della polizia, dopo la scomparsa di Antonio Manganelli.
L’altolà dei partiti
I partiti sono in fibrillazione. E il ddl dovrà ottenere il via libera di Camera e Senato. I tesorieri dei partiti, Pd e Pdl in testa, chiedono maggiori benefici fiscali. In particolare quello del Partito democratico, Antonio Misani, ha parlato di «inevitabile ridimensionamento di tutte le strutture del partito», con 180 dipendenti a rischio cassa integrazione. Quanto al Pdl ha già congelato i contratti a termine e a progetto dei propri dipendenti (quasi tutti in scadenza) senza nemmeno che si parli di Cig. In consiglio dei ministri arriva anche la proroga dell’ecobonus del 55% sulle ristrutturazioni edilizie e spunta l’agevolazione sui mobili.
La sforbiciata ai fondi pubblici ai partiti è comunque graduale: il testo predisposto dal Governo, una decina di articoli, prevede che il finanziamento del 2013 arrivi regolarmente a luglio: i partiti avevano infatti ottenuto mutui dagli istituti di credito sulla base della attuale legge (che comunque nel 2012 aveva dimezzato i fondi). L’eliminazione dall’oggi al domani avrebbe dunque scatenato contenziosi, che avrebbero potuto minare e far dichiarare illegittima la nuova legge. Dal 2014, prevede ancora il provvedimento dell’esecutivo, parte un periodo di transizione di 3 anni, in ognuno dei quali si dimezzano i finanziamenti. Dal 2017, infine, entrerà a regime il nuovo sistema, che avrà nei tre anni precedenti delle parziali anticipazioni.
Finanziamenti privati con il 2 per mille
Il sistema prevede la possibilità per i contribuenti di destinare il 2 per mille ai partiti, e di detrarre del 50% le piccole donazioni. I partiti chiedevano di detrarre il 90%, per incentivare le piccole donazioni. Ma il nodo è quello della concorrenza con le Onlus, anch’esse beneficiarie della detraibilità dei contributi volontari, oltre che del 5 per mille
Il Sole 24 Ore – 31 maggio 2013