Parvovirus. Allarme virus mutato, a rischio cuccioli e randagi
A Roma individuato un agente infettivo molto aggressivo che provoca enteriti emorragiche. Il contagio per via orale o nasale attraverso feci, urine e vomito. I consigli dei veterinari
Astenia profonda, feci acquose miste a sangue, disidratazione importante. Sono i sintomi con i quali negli ultimi mesi sono stati portati in ambulatori e ospedali veterinari di Roma decine di cani di famiglia o provenienti da canili, dove si sarebbe verificato il primo caso. Il sospetto è che si tratti di una forma molto aggressiva di parvovirosi canina o gastroenterite virale dovuta a una mutazione virale mediata da corvi e cornacchie.
Il virus è stato individuato dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio in 8 carcasse di cani su 160 esaminate. “Le indagini di laboratorio con esame istologico e isolamento del Dna con la tecnica della Pcr, confermano la presenza di enterite emorragica da Parvovirus canino in 8 cani – spiega il dottor Francesco Scholl – e sono in corso ulteriori accertamenti per caratterizzare il ceppo virale”. La parvovirosi canina è trasmessa da un piccolissimo virus altamente infettante e virulento capace di sopravvivere nell’ambiente per lunghi periodi e resistente ai comuni disinfettanti. Il virus si trasmette per via orale o nasale attraverso feci, vomito e urine di cani infetti. Un grammo di feci contiene 13 miliardi di particelle virali.
“Conosciamo tre varianti principali di Parvovirus – chiosa Antonio Lavazza, virologo e morfologo dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna – i ceppi 2A e 2B, comparsi negli anni Settanta-Ottanta, e il più recente 2C apparso nel 2000. Caratteristica del Parvovirus è la tendenza a mutare di continuo per sfuggire alla pressione immunitaria del vaccino. Il focolaio epidemico si spiega da un lato con la presenza di una popolazione canina scoperta dal punto di vista vaccinale, dall’altro con la circolazione del ceppo 2C, molto più virulento degli altri due”.
Intanto a Roma da alcune settimane i responsabili del canile comunale della Muratella hanno deciso di bloccare i nuovi ingressi. “Abbiamo avuto una sessantina di casi di sospetta parvovirosi – precisa Fabio Tancredi, responsabile dell’Ufficio benessere e tutela animale del Comune di Roma – tutti trasferiti in strutture attrezzate. Solo un cucciolo non ce l’ha fatta, proseguiamo con le procedure di massima prevenzione e contiamo, se non si presenteranno altri casi sospetti, di riaprire in tempi brevi”.
Poche ma fondamentali le misure preventive raccomandate. “Ai primi sintomi portare subito il cane al Pronto soccorso, tenere aggiornato il calendario vaccinale nei cani adulti, vaccinare a partire dalle 8 settimane di vita evitando di portare i cuccioli in luoghi a rischio – suggerisce Anna Giannini, veterinario della clinica Etiopia di Roma – pulire e disinfettare con varechina terrazzi, giardini, ciotole e raccogliere le feci; le stesse misure igienico-sanitarie andrebbero rispettate nei canili e rifugi”.
5 dicembre 2012 – Repubblica