Due sì e la tassa per la Pedemontana è realtà. Per un anno soltanto, assicura il governatore Luca Zaia. Ma le incognite restano molte: l’impatto dell’Iva sul nuovo Piano economico finanziario (1,45 miliardi); il rischio che i futuri incassi da pedaggio non bastino a coprire i canoni di disponibilità dovuti a Sis (12,1 miliardi in 39 anni); la minaccia della cordata capitanata da Impregilo, sconfitta da Sis nel 2009, di tornare in tribunale per via delle mutate condizioni di gara; i dubbi che nonostante il nuovo atto aggiuntivo alla convenzione Sis non riesca comunque a finanziarsi sul mercato (deve emettere un bond da 1,1 miliardi).
Tant’è, con 27 voti a favore (la maggioranza tutta) e 8 contrari (il Pd; il Movimento Cinque Stelle e gli ormai ex «tosiani» hanno preferito uscire dall’aula), il consiglio regionale ha approvato ieri la modifica al Documento di economia e finanza regionale 2017-2019 che alza l’aliquota addizionale Irpef dell’1,6% per i redditi da 28 mila euro a 55 mila euro, del 2% per i redditi fino a 75 mila euro e del 2,1% per i redditi sopra 75 mila euro (la nuova tassa verrà applicata nel 2018 e incassata nel 2019, si va da 3 a 78 euro al mese a seconda del reddito). Il secondo voto favorevole, squisitamente tecnico, ha invece riguardato la variazione al bilancio di previsione (qui i contrari sono saliti a 9).
Tutte le proposte avanzate dalla minoranza, dall’applicazione di un’aliquota più alta solo sui redditi sopra i 75 mila euro all’allungamento del periodo di applicazione da 1 a 3 anni – ovviamente con impatto ridotto sul singolo anno -, dall’inserimento di alcune opere complementari al rinvio in attesa di nuovi pareri di Anac e Corte dei conti, sono state inesorabilmente bocciate dalla maggioranza, con un un’unica eccezione: la richiesta che la giunta relazioni periodicamente al consiglio sullo stato di attuazione della convenzione e sull’avanzamento dei lavori. Non una gran vittoria ma quel che premeva alla Lega era chiudere in fretta un capitolo politicamente scivolosissimo, l’unico in grado d’incrinare per la prima volta in 7 anni la straordinaria popolarità di Zaia. Restano, come si diceva, un paio di nodi da sciogliere nel breve periodo (se i ped aggi copriranno il canone di disponibilità lo scopriremo solo vivendo): l’Iva nel nuovo Pef è al 10 o al 22%? «Al momento non lo sappiamo, anche l’Agenzia delle Entrate non è stata in grado di darci indicazioni – ammette il segretario della Programmazione Ilaria Bramezza – è una questione complessa che stiamo approfondendo ma anche nell’ipotesi peggiore, siamo coperti». Dev’essere una coperta parecchio grande, perché ballano 1,45 miliardi. Seconda domanda: avuti i 300 milioni grazie all’addizionale Irpef a carico del popolo contribuente, Sis riuscirà finalmente a finanziarsi sul mercato? «Con i provvedimenti appena approvati Sis può chiedere domani a qualunque istituto di credito un finanziamento ponte per mandare avanti i cantieri, che già hanno accelerato da 10 a 20 milioni al mese – risponde sempre Bramezza – nel frattempo ha 8 mesi per ottenere il closing bancario: quando lo avrà, la Regione erogherà il contributo da 300 milioni e Sis potrà estinguere il mutuo ponte. Se Sis riuscirà a emettere il bond? Certamente, con questo Pef a garanzia il progetto è finalmente bancabile».
Intanto da Roma il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta replica a Zaia, che ha annunciato la presentazione martedì in commissione Bilancio di un progetto di legge statale per aggirare il Fiscal Compact, ottenendo dal governo 300 milioni di spazio finanziario (non soldi cash, siamo nella tecnica contabile) ed evitando così l’addizionale. «Zaia sa bene che il confronto è aperto a Roma ma sta bruciando l’occasione: rinunci al referendum sull’autonomia e ci sediamo e parliamo di tutto» dice Baretta. Che subito precisa: «Il mio non è un ricatto. Se Zaia rinuncia al referendum si apre un tavolo su tutto, anche sulla Pedemontana, ma deve però cambiare atteggiamento, perché dell’idea di una deroga sul Fiscal Compact io l’ho saputo dai giornali. Può darsi che abbia informato qualcuno al ministero… – conclude il sottosegretario – Sulla Pedemontana, ripeto, si può discutere ma l’addizionale Irpef è la soluzione sbagliata».
Il Corriere del Veneto – 30 marzo 2017