Nel suo intervento per la FNOVI nella sessione “Idee per il patto: il contributo dei produttori di salute”, il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Veterinari, Gaetano Penocchio ha centrato l’attenzione su alcuni aspetti controversi e per questo al centro del dibattito sulle scelte da compiere, come la spending review e la revisione del Titolo V della Costituzione.
Un intervento che ha riscosso l’applauso di una platea di addetti ai lavori molto attenta che aveva applaudito solo il Ministro Lorenzin quando ha affermato “Non ci saranno tagli lineari nella sanità perché la sanità non può sopportarli”. Altro tema toccato dal Ministro il recupero di efficienza per garantire con minori costi lo stesso livello di servizi ai cittadini, anzi qualcosa in più.
Il Presidente è apparso in sintonia contro una riduzione della spesa pubblica che potrebbe toccare il SSN (Sistema Sanitario Nazionale), perché rischierebbe di peggiorare, a giudizio di Penocchio “l’efficienza della sanità mentre aumenterebbe il rischio per la salute dei cittadini”.
Per il Presidente FNOVI, la prima conquista da difendere è il livello attuale delle garanzie, che non debbono scendere, e per questo vanno mantenuti gli organici ed i precari devono essere stabilizzati, rendendo strutturale la loro presenza.
Esistono i margini per questo obiettivo solo in apparenza in controtendenza: infatti, ha sostenuto Penocchio, “a solo titolo di esempio si stima che i servizi resi dal personale precario del Ministero della salute hanno comportato entrate di circa 125.000.000 di euro (anno 2007). Il costo per gli attuali contratti in essere e per il quale è prevista congrua copertura, senza oneri aggiuntivi per lo Stato, si aggira intorno ai 14.000.000 di euro”.
Sulla riforma del Titolo V Penocchio ha sottolineato l’assoluta necessità di intervenire: “Il bisogno di correggere l’articolo 117 è grande. Da enti pubblici, gli Ordini danno un giudizio istituzionale e non politico dei rapporti fra Stato e Regioni, dopo che la salute e le professioni sono diventati materia di legislazione concorrente. E il giudizio istituzionale è fortemente critico”.
Dal proprio punto di osservazione il Presidente della Federazione ha sottolineato alcuni elementi di forte precarietà della sanità pubblica: mentre le Regioni muovono risorse economiche assai significative, “l’imputazione ed il recupero dei diritti sanitari accusa ingiustificabili variabilità locali e regionali. Ciò conduce, come già segnalato dal Dipartimento per le Riforme Istituzionali della Presidenza del Consiglio lo scorso anno, ad un sistema dove tendono a prevalere decisioni prive di coordinamento efficace”. Gli Ordini ed i medici veterinari come professionisti, ha proseguito Penocchio, sono testimoni di come “in questo contesto si alimenti facilmente un localismo in cui il diritto di veto rischia di bloccare qualunque decisione”. E’ opportuno quindi procedere a un riforma organica anche di questa parte della Costituzione “per incentrare realmente il sistema sul principio di responsabilità e permettere di recuperare quegli elementi di ordinata sovranità che ci possono consentire un rapporto paritario con gli altri Stati”.
Una seconda questione è l’erogazione da parte di qualche regione e/o ASL di prestazioni eccedenti i LEA (livelli essenziali di assistenza) che comportano un aumento ingiustificato della spesa in un Paese che vive una gravissima crisi economica. E’ il momento di smettere di caricare sul SSN attività improprie.
“Alla veterinaria pubblica sono affidati compiti di prevenzione, vigilanza e controllo vitali e deve disporre di uomini opportunamente formati e mezzi adeguati per assicurare l’erogazione delle attività istituzionali ai massimi livelli di qualità. Vanno azzerate voci della la spesa pubblica che comportano la realizzazione di opere pubbliche veterinarie di dubbia compatibilità con le missioni istituzionali del SSN e assolutamente incompatibili con il contenimento della spesa”.
Dal pubblico sono partiti molti suggerimenti: uno in particolare ha “bucato il video” ed è stato il conduttore, il giornalista Rai Gerardo D’Amico a prospettarlo: la defiscalizzazione delle spese veterinarie. Penocchio ha giustamente risposto che il tema vero è la differenza di trattamento sull’iva che subiscono le spese veterinarie rispetto ad altre spese. Le spese mediche per gli animali sono infatti tassate con una aliquota iva del 22% al contrario di spese, come ad esempio i fiori o i francobolli, che godono di una aliquota agevolata. Il tema, delicato e molto sentito vede la FNOVI attenta nel proporre una aliquota più adeguata perché la salute degli animali non può essere un lusso.
Un intervento realizzabile che solo apparentemente tocca le entrate dello Stato. Una discussione sollevata da tempo dalla Federazione che sta registrando aperture proprio dal Ministero della Salute.
autore: Ufficio stampa Fnovi – 10 aprile 2014