E’ slittata a questa settimana la risposta del Governo circa la mancata attuazione del cumulo dei periodi assicurativi per i soggetti che hanno contribuzione presso le casse professionali. L’interrogazione, sollevata dalla Lega Nord, era stata calendarizzata per il 21 Settembre ma l’Ufficio di Presidenza ha spostato al prossimo 28 Settembre la discussione del documento.
L’ultima legge di bilancio, come noto, ha esteso la possibilità di cumulo ai fini della maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o della pensione anticipata per i lavoratori dipendenti, autonomi e parasubordinati che hanno maturato periodi non coincidenti di anzianità contributiva in diverse gestioni del sistema previdenziale pubblico obbligatorio nonchè delle casse professionali. E ciò anche al caso in cui il lavoratore abbia già maturato diritto a pensione in qualcuna delle gestioni coinvolte nel cumulo. In sostanza dal 1° gennaio 2017 è possibile sommare tutti i periodi contributivi non coincidenti temporalmente al fine di guadagnare l’anzianità contributiva per la pensione di vecchiaia (20 anni di contributi) o anticipata (41 anni e 10 mesi per le donne, 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni di contributi per i cd. lavoratori precoci). La facoltà tuttavia ancora non risulta concretamente attuabile per i liberi professionisti (avvocati, medici, architetti eccetera).
E’ inutile ribadire l’importanza che tale istituto riveste per migliaia di lavoratori, finora costretti ad optare soltanto per la totalizzazione ovvero la ricongiunzione onerosa, o in ultima analisi la perdita di contributi versati durante la propria attività lavorativa. La Lega Nord chiede dunque quali siano le ragioni di una mancata iniziativa del dicastero preposto all’attuazione della norma relativa al cumulo gratuito dei contributi versati, che impedisce a migliaia di lavoratori la possibilità di recuperare i propri versamenti e di esercitare il diritto a pensione. Il ritardo è stato stigmatizzato anche dal Comitato Cumulo e Casse Professionali che da inizio anno si batte per sbloccare la situazione. Alcuni lavoratori del resto, contando sulla facoltà di cumulare la contribuzione, hanno già presentato le dimissioni dal posto di lavoro ed ora rischiano di rimanere senza stipendio e senza pensione.