Se Loredana Bolzan ha drenato una montagna di denaro dalle casse dell’Usl 9 è colpa degli scarsi controlli incrociati tra uffici, e non del software del sistema paghe accusato di essere troppo vulnerabile. Questo, in sintesi, il succo della perizia disposta dal tribunale di Treviso nella causa milionaria promossa dalla Uls 9 contro Sigma Informatica Spa.
«È la conferma in termini ancora più netti di quanto già appurato dalla perizia effettuata nella causa, opposta, promossa da Sigma contro l’Usl al tribunale di Venezia», dicono in Sigma, «Nessuna inadempienza contrattuale è addebitabile a Sigma, il cui software è “in linea con le regole dell’arte” e i malversamenti della signora Bolzan sono stati resi possibili “soltanto dal metodo di lavoro all’interno dell’ufficio convenzioni medici Sai, alla sua organizzazione e dalla mancanza dei necessari controlli compensativi”. Alcuni passaggi della perizia sono molto espliciti. «Si sottolinea che la totale assenza di controlli, anche di fronte alle incongruenze più macroscopiche, ha consentito il perdurare degli illeciti per quasi un decennio, e che non competeva a Sigma, che anzi, non doveva ingerirsi nelle problematiche organizzative dell’Usl, effettuare tali controlli». E inoltre: «Il livello di sicurezza del software forniva idonea protezione alle attività di gestione».
La tribuna di Treviso – 1 marzo 2013