Il 5 luglio presso l’Aran è ripresa la trattativa per i permessi e i distacchi della dirigenza pubblica. E’ dal 5 ottobre 2005 che non si riesce a trovare un accordo. Per di più la firma dell’accordo comporta la rinuncia a 30 minuti su 90 dei permessi complessivi che la legge attribuisce alle Rsu e che l’atto di indirizzo esclude possano essere erogati alla dirigenza. Di fronte a questi ostacoli era attesa una proposta che consentendo la massima flessibilità dei permessi fornisse una ragionevole compensazione del taglio subito. Invece il testo proposto non solo non offre alcuna flessibilità, ma introduce ulteriori elementi di rigidità peraltro non presenti nel contratto quadro recentemente sottoscritto dal comparto in particolare:
– viene richiesto (articolo 10 comma 2) “un preavviso minimo di 7 giorni” per l’utilizzo di permessi da inoltrare per via telematica.
– Viene prescritto (recente richiesta del Comitato di settore delle Regioni articolo 9 comma 10) che qualora le trattative avvengano in orario di lavoro si utilizzino i permessi sindacali. Si dimentica che i dirigenti non hanno un orario di lavoro fisso e che i permessi già decurtati di un terzo verrebbero così ulteriormente ridotti. Inoltre la norma generale prevede già che le trattative avvengano fuori dall’orario di servizio. Infine è l’Amministrazione a convocare le organizzazioni sindacali e pertanto dovrebbe essere sua cura evitare di convocarle in orari che possano arrecare disservizi.
– Si ingenera confusione (articolo 7 comma 1 e 6) sulla natura delle prerogative sindacali che non richiedono “autorizzazione” semmai è l’azienda che con provvedimento motivato per documentate esigenze di servizio può non concedere il permesso.
COSMED non ha potuto fare a meno di definire il testo come “il peggiore dei testi possibili” capace di stroncare anche quanti sono animati dalle migliori intenzioni. Si introducono elementi gravativi che ostacolano in modo evidente l’esercizio dell’attività sindacale.
Si è sviluppato un dibattito sui 30 minuti che non vengono riconosciuti alla dirigenza e Cosmed ha ribadito che in ogni caso il contratto non possa sancire la perdita definitiva di questo diritto, semmai in apposita coda contrattuale calendarizzata si dovranno cercare, previo un confronto politico, le modalità di equiparazione ai soli fini delle prerogative sindacali tra le RSU e le attuali RSA della dirigenza. Non intendiamo in ogni caso subire modelli della rappresentanza sindacale esterni alla dirigenza. In tal senso ci conforta il dispositivo della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha ribadito le prerogative della rappresentanza sindacale aziendale.
E’ indispensabile per procedere nel confronto negoziale, oltre a rimuovere gli elementi meramente provocatori di cui sopra, prevedere forme di flessibilità di utilizzo dei permessi sindacali in particolare:
– possibilità non solo di convertire permessi orari in distacchi, ma anche di convertire distacchi in quantitativi di permessi orari da utilizzare per l’espletamento del mandato sindacale ad ogni livello come monte ore annuo individuale.
– possibilità non solo di compensare l’eccesso di ore utilizzate negli anni successivi, ma anche di utilizzare i permessi non utilizzati negli anni successivi o perlomeno la facoltà di compensazione nell’arco di un triennio contrattuale.
Aran, anche dopo aver constatato l’evidente rischio di una rottura immediata del tavolo, ha dichiarato di voler approfondire le richieste sindacali e si è riservata di inoltrare le tabelle allegate al testo che non sono state consegnate.
La delegazione trattante COSMeD (Giorgio Cavallero, Pierluigi Ugolini)
leggi/stampa la bozza del testo Aran del 5 luglio 2013
9 luglio 2013