«La rabbia delle mamme è del tutto comprensibile, è il termometro di come i cittadini percepiscano le azioni della Regione: confuse, prive di coraggio ed efficacia». Cristina Guarda, consigliera regionale della Lista Moretti, prende le difese delle mamme vicentine preoccupate per l’alto livello di Pfas (in particolare Pfoa, acido perfluoroottanico) riscontrato nei loro figli. Interviene a livello regionale anche il Movimento 5 Stelle: «Esprimiamo a queste madri tutta la nostra solidarietà – fanno sapere i consiglieri Jacopo Berti e Manuel Brusco – come deve sentirsi un genitore che non sa neanche cosa sta accadendo nel sangue del proprio figlio?».
Nei giorni scorsi alcune madri di Lonigo si sono rivolte direttamente alle autorità sanitarie chiedendo di avere indicazioni su una profilassi da seguire. Il maxi screening nell’area dei 21 Comuni della zona rossa dove la falda è più contaminata da Pfas mette in luce come mediamente i ragazzi dai 14 ai 18 anni abbiano livelli pari a circa 70 nanogrammi per litro di Pfoa nel sangue. L’Usl 8, in materia, ha fatto sapere che da giugno partirà il «secondo livello»: analisi e visite ulteriori per chi ha esami che oltre ad alti livelli di Pfoa evidenziano problematiche di salute. Per chi invece ha solo il Pfoa elevato è prevista una nuova visita fra due anni, arco di tempo entro cui i medici contano che i livelli calino in modo naturale. «Due sono i motivi del disorientamento dei cittadini – interviene Guarda – dopo la prima fase dei monitoraggi si sta ancora attendendo la fase dell’assistenza medica o perlomeno di una assistenza nella lettura dei risultati delle analisi». A questo proposito la consigliera chiede una «campagna informativa» sulla tutela della salute. «Ma soprattutto – insiste Guarda – le mamme e i cittadini della zona rossa chiedono giustamente soluzioni come l’immediata attivazione dei progetti per il collegamento a nuove fonti prive di Pfas della rete acquedottistica. Questo provvedimento è una delle azioni richieste già nel 2013 dal ministero e dell’Istituto Superiore di Sanità come misura di intervento urgente: eppure fino ad oggi è stata rimandata».
Anche i grillini Brusco e Berti chiedono alle autorità sanitarie «ascolto per i genitori di questi ragazzi. In tutta questa storia c’è un dramma nel dramma, ovvero il sentimento di centinaia di mamme che si sentono confuse e impotenti davanti ad una scoperta che incute preoccupazione. Abbiamo infatti notizia di madri che non sanno nemmeno in che modo i figli abbiano assunto Pfas, pur avendo nel sangue valori 10 volte oltre i limiti consentiti. Sentiamo genitori chiedersi quali siano le conseguenze di tutto questo per i propri figli». I due esponenti del Movimento 5 Stelle criticano la Regione per la gestione della vicenda, per Berti e Brusco c’è una «disinformazione favorita dalle istituzioni venete, riceviamo poche risposte e pure confuse».
Andrea Alba – Il Corriere del Veneto – 28 aprile 2017