Nelle regioni in piano di rientro (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia) la razionalizzazione della spesa sanitaria e il raggiungimento dell’equilibrio finanziario non sono andati di pari passo con la riorganizzazione e riqualificazione dei sistemi sanitari.
E se i conti tornano, lo stesso non si può dire delle garanzie, in termini di equità e qualità, nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza. E’ quanto risulta da un monitoraggio sull’erogazione dei Lea nelle Regioni in Piano di rientro tra il 2007 e il 2012 effettuato dal ministero della Salute.
Dopo i rilevanti progressi registrati in termini di bilanci regionali, che negli ultimi anni hanno rappresentato l’obiettivo prioritario delle politiche sanitarie, è quindi arrivato il momento di pensare alla qualità dell’assistenza. E nevitabilmente l’attenzione va spostata sui Lea. «Questa infatti rappresenta la sfida più importante – spiega il ministero – che il Servizio sanitario nazionale ha di fronte e con la quale dovrà confrontarsi ancora nei prossimi anni, ossia nel rendere possibile equilibrio finanziario ed erogazione equa ed efficace dei livelli di assistenza».
Il “report sul monitoraggio dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza dei SSR dal 2007 al 2012 nelle Regioni in Piano di rientro”, realizzato dalla Direzione Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute – SiVeAS, presenta una visione d’insieme, confrontando per la prima volta:
•le Regioni attualmente in Piano di Rientro con quelle non in Piano di Rientro
•i costi con l’erogazione dei livelli di assistenza (griglia LEA) evidenziando il “posizionamento” di ciascuna Regione in Pdr rispetto allo scenario nazionale
•integrazione ospedale e territorio
I risultati dell’analisi. Le regioni in Piano di rientro hanno livelli di assistenza al di sotto degli standard minimi mentre le Regioni non in Pdr mantengono dal 2007 al 2012 adeguali livelli assistenza.
A partire dal 2010 il miglioramento dei conti economici delle regioni in Pdr è accompagnato da un progressivo miglioramento dell’assistenza sanitaria. Cresce l’erogazione dell’assistenza complessiva. Il risultato positivo si deve all’aumento più consistente delle prestazioni territoriali rispetto alla contestuale riduzione dell’assistenza ospedaliera
I progressi compiuti. Nelle Regioni in Piano di Rientro migliorano l’assistenza territoriale per gli anziani, i malati affetti da disturbi psichici e i malati terminali, valori espressi da un incremento del numero degli utenti assistiti e delle giornate di degenza; si assiste al progressivo contenimento dell’inappropriatezza ospedaliera; alla riduzione dell’inappropriatezza clinica e organizzativa dei ricoveri ospedalieri di riabilitazione; all’efficienza delle strutture ospedaliere, con riduzione della degenza media; alla dotazione complessiva di posti letto ospedalieri che tende ad allinearsi agli standard nazionali, con particolare riferimento ai posti letto per acuti; alla promozione di interventi volti all’incremento dell’assistenza a livello territoriale; alla riduzione della spesa farmaceutica territoriale; alla riduzione del disavanzo del SSN dal 2007 al 2012 nella misura del 50% circa. La valutazione complessiva dell’erogazione dei Lea riportata dalla griglia, spiega il ministero, denota un generale e complessivo avvicinamento alla soglia minima ritenuta accettabile.
Punti da migliorare. L’analisi condotta evidenzia in quali settori è necessario incrementare le azioni di riorganizzazione e riqualificazione dei SSR, in particolare: assistenza territoriale per i disabili sia in setting domiciliare che residenziale e semiresidenziale; assistenza ospedaliera relativa all’offerta di posti letto post-acuzie non ancora in linea con i parametri nazionali; inappropriatezza dei ricoveri in regime ospedaliero di riabilitazione.
Il Sole 24 Ore sanita – 5 settembre 2014