L’opposizione è già pronta e da oggi in consiglio regionale la caccia sarà un argomento spinoso per l’assessore Claudio Sacchetto, Lega Nord, da sempre con un occhio di riguardo ai cacciatori.
«Per questo quando presenteremo il nostro disegno di legge regionale sulla caccia chiederemo anche le dimissioni dell’assessore» Andrea Stara, consigliere di Insieme per Bresso, da sempre insieme agli ambientalisti per il referendum sulla caccia, ha un suo progetto di legge (già depositato) proprio per coprire la mancanza in regione di norme sull’attività venatoria. La legge regionale era stata cancellata per evitare il Referendum chiesto dagli ambientalisti.
«La sentenza del Tar che ha sospeso il calendario venatorio non fa che confermare le nostre preoccupazioni – scrivono il capogruppo Pd, Aldo Reschigna e il consigliere Mino Taricco – verso la politica di liberalizzazione della caccia dell’assessore. Così si finisce per danneggiare le categorie che si vorrebbero privilegiare». E infatti per i cacciatori sarà una settimana di «passione» in attesa delle annunciate modifiche al decreto per aggirare la sentenza del Tar. «Il risultato delle scelte sbagliate del centrodestra – proseguono ancora Reschigna e Taricco – è da una parte di rendere ingestibile la stagione venatoria, dall’altra il mancato contenimento di alcune specie porta con sé l’aumento dei danni in agricoltura e l’incremento degli incidenti stradali».
A chiedere le dimissioni dell’assessore Sacchetto è anche Monica Cerutti di Sel che dice: «Non possiamo che essere soddisfatti per la decisione del Tar, intervenuto a evidenziare una situazione anomala e un vuoto legislativo, per questo chiediamo la restituzione delle deleghe dell’assessore». Poi Cerutti ci va giù dura: «Il problema è che il Piemonte non ha un assessore istituzionale, ma un pasdaran dei cacciatori più integralisti. E che la promessa del presidente Cota di dotare la Regione di una nuova legge è ad oggi carta straccia».
Della legge parla anche Andrea Buquicchio dell’Idv: «L’abolizione per eliminare il Referendum si è rivelata un boomerang». «Sono convinto – dice Buquicchio – che il metodo più democratico per scrivere una nuova legge consiste nel dare la parola ai cittadini, come chiesto da oltre un quarto di secolo da numerose associazioni ambientaliste». E il gruppo Idv insiste: «Per evitare il referendum e salvaguardare la volontà popolare basterebbe approvare la nostra proposta di legge che recepisce le istanze referendarie».
La Stampa – 10 settembre 2012