«Non è più procrastinabile ripensare il modello organizzativo e strutturale del Ssn» alla luce dei cambiamenti sociali e demografici. Questo il biglietto da visita del neo-ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha esordito così nella sua prima uscita pubblica. E su uno degli argomenti più “caldi” nell’area medica, il mimistro ha dichiarato che «il nostro obiettivo è superare ogni forma di precariato in sanità, ovviamente premiando il merito». Lorenzin ha assicurato il suo impegno sulla questione della responsabilità professionale medica e annunciato un imminente convocazione delle parti sociali. Sulla libera attività professionale, ha affermato che intende mantenere l’impegno del suo predecessore di dilazionare di sei mesi il termine per l’avvio della sperimentazione dell’intramoenia.
“L’impegno comune deve essere quello di riformare il sistema” perché ormai in virtù della “riforma del titolo V, dei cambiamenti sociali e demografici, dell’evoluzione scientifica e tecnologia della scienza medica, l’invecchiamento della popolazione e delle cronicità, l’evidente necessità di un contenimento della spesa sanitaria, rendono non più procrastinabile ripensare il nuovo modello organizzativo e strutturale del Ssn”. Non c’è che dire, la neo Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin nel corso del suo primo intervento pubblico nel corso del III congresso nazionale della Cisl medici, ha subito mostrato la volontà di non voler essere un ministro dello status quo.
Un progetto, quello di riforma del Ssn, non certo nuovo e richiesto ormai da molti addetti ai lavori dopo dieci anni e rotti di regionalismo sanitario, ma per la Lorenzin fino ad oggi “non abbiamo avuto ancora il coraggio di modificare radicalmente il nostro modello di assistenza”. Un messaggio forte che parte dal paradigma che “non è più possibile pensare ad un modello orientato a rendere competitivi tra loro i singoli sistemi regionali, ma dobbiamo preoccuparci di rendere competitivo il modello italiano in Europa”.
E il riferimento in questo caso è alla direttiva Ue sull’assistenza transfrontaliera. Ma nell’attesa di scoprire se al coraggio delle parole corrispondano i fatti, la neo Ministra non si è limitata alle strategie organizzative, anzi è entrata nello ‘specifico’ su molte tematiche strtingenti che riguardano da vicino la sanità e chi vi lavora. Così ha subito scacciato l’ombra di nuovi tagli: “Alla luce dei dati e delle osservazioni che in questi giorni sto raccogliendo dalle direzioni ministeriali competenti e dagli operatori ulteriori riduzioni di risorse alla sanità non appaiono compatibili”. Sul tema delle risorse la Lorenzin, rispondendo a una nostra specifica domanda sui nuovi ticket che incombono per il 2014, ha ribadito l’intento di mettere mano alla questione sulla quale il Governo è molto sensibile tanto che ci sarà un “titolo” a parte, ma non ha voluto dire di più.
Ma come dicevamo la Ministra è andata oltre, affrontando il tema dell’intramoenia su cui ha affermato di essere favorevole ad un proroga di sei mesi dell’avvio del sistema disegnato dal suo predecessore. Altro tema caldo toccato dalla Ministra è stato anche quello delle cure primarie (il 10 maggio scade il termine entro cui Regioni e Sindacati medici avrebbero dovuto implementare le nuove norme della Legge Balduzzi nelle convenzioni. Da dopo quella data, la norma prevede che sia il Ministro della Salute di concerto con l’Economia e dopo aver sentito le Regioni e i sindacati ad emanare un decreto ad hoc). Ebbene la Lorenzin ha rimarcato come prima di “giungere all’adozione di interventi sostitutivi, occorra compiere ogni sforzo per favorire l’apertura delle trattative”.
Altro tema su cui sarà impegnata la nuova inquilina di Lungotevere Ripa sarà poi quello della responsabilità professionale. “Le novità introdotte non risolvono il problema, tuttavia attuarle rapidamente con l’approvazione del regolamento sulla copertura assicurativa significa dare risposte concrete e preparare la strada per possibili futuri interventi”.
Un particolare focus è stato poi dedicato ad alcuni temi specifici che riguardano i sanitari e in particolare i giovani. Il primo aspetto riguarda il precariato: “Nel 2011 i dati parlano di 35.200 precari nel Ssn, di cui circa 7.000 medici e 11.000 infermieri. Nel 2012 la legge 189/2012 ha eliminato per il personale sanitario la durata massima dei tre anni e il vincolo di unicità della proroga. È un primo passo ma l’obiettivo rimane il superamento del precariato”. Ma il ministro è entrato ancora più addentro alla questione ricordano come già nella scorsa legislatura si era aperto un confronto sul tema con i sindacati. Ed è da qui che per la Lorenzin bisogna ripartire: regolarizzazione dei professionisti assunti a tempo determinato; superamento delle assunzioni a tempo determinato e introduzione delle norme sugli standard minimi delle strutture sanitarie.
Sulla questione precari incide parecchio il blocco del turn over nelle Regioni in Piano di rientro. Sul punto la Lorenzin ha evidenziato come il Ministero “giocherà fino in fondo il suo ruolo affiancante per supportare un percorso virtuoso delle politiche di assunzione”.
Ma oltre al problema del lavoro che non si trova, c’è quello della formazione specialistica (vista la riduzione degli stanziamenti. “È mia intenzione avviare un confronto costruttivo con il ministero dell’Istruzione, l’Economia e le Regioni per trovare soluzioni idonee ad assicurare un adeguato numero di contratti già a partire dal prossimo anno accademico”.
Infine la Lorenzin ha delineato il nuovo percorso che deve intraprendere il Ministero della Salute: “Deve riprendere il suo ruolo di garanzia dell’unità del Ssn, per assicurare uguaglianza di trattamento e rispetto del diritto alla salute a tutti i cittadini”.
Da Sole sanità e Quotidiano sanità – 8 maggio 2013