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Primo via libera della Camera al decreto dignità. Ora passa al Senato. Bonus, voucher e stretta sui giochi. Contributi più alti sui posti a tempo determinato

Il decreto dignità, approvato nella notte alla Camera con 312 voti a favore e 190 contrari, passa ora al Senato. Dove con ogni probabilità sarà blindato dal voto di fiducia, evitato a Montecitorio. Impossibile dunque intervenire ancora, per via dei tempi stretti di conversione in legge prima della pausa estiva. Tra le novità introdotte, un mini bonus per le aziende che assumono a tempo indeterminato, sanzioni da due a quattro volte i benefici per le aziende che delocalizzano prima dei cinque anni dall’incasso delle agevolazioni pubbliche, l’estensione dei voucher a piccoli alberghi e imprese agricole, l’esenzione delle famiglie dai maggiori costi dei contratti per colf e badanti.
Ma anche l’applicazione di un logo “no slot” agli esercenti che eliminano le macchinette, l’obbligo di tessera sanitaria per giocare. E la scritta sui tagliandi Gratta e Vinci, sugli apparecchi e nei locali che li ospitano: “Il gioco nuoce alla salute”, come fossero sigarette (emendamento del Pd). Inasprite le sanzioni per chi viola il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo e di sponsorizzazioni (dal 2019): multe del 10%, con un minimo di 50 mila euro. Inserite anche le deroghe per le maestre con diploma magistrale ante 2001-2002 e dunque prive di laurea: potranno insegnare, nonostante lo stop del Consiglio di Stato, i contratti però diventano a tempo e sono prorogati al 30 giugno 2019.
Eliminato infine il limite dei 36 mesi per gli insegnanti precari, chiesto dall’Europa.
Contratti a termine fino a 24 mesi e tra le polemiche torna la causale
 
Il decreto introduce una stretta sui contratti a termine. La loro durata si riduce da 36 a 24 mesi, le proroghe da 5 a 4, ogni rinnovo ha un costo contributivo aggiuntivo dello 0,5% – con l’unica esclusione di colf e badanti – che si cumula all’1,4% extra oggi esistente, introdotto dalla Fornero nel 2012 per finanziare la Naspi (il sussidio di disoccupazione) e confermato dai governi Letta-Renzi-Gentiloni. L’azienda non deve giustificare l’impiego di lavoratori con il contratto a termine anziché indeterminato per i primi 12 mesi. Se la durata del rapporto va oltre, deve apporre una causale, abolita dal decreto Poletti del 2014. Tre le opzioni, criticate da Confindustria perché foriere di cause giudiziarie: ragioni temporanee o sostitutive; connesse a incrementi temporanei e non programmabili dell’attività ordinaria; relative a picchi di attività stagionali. In assenza di causali, il contratto si trasforma in tempo indeterminato. Le norme del decreto dignità sono in vigore dal 14 luglio e si applicano ai nuovi contratti. Ma la Camera ha introdotto una moratoria, dall’approvazione della legge (prossima settimana) al 31 ottobre.
Mini bonus per le assunzioni stabili e indennizzi più alti ai licenziati
 
Gli incentivi alle assunzioni stabili non c’erano nella versione del decreto licenziata dal consiglio dei ministri del 2 luglio. Li ha aggiunti la Camera, via emendamento. Si ritocca di fatto il bonus Gentiloni, operativo da quest’anno per gli under 35 e dal prossimo limitato agli under 30. La maggioranza gialloverde lo lascia per gli under 35 anche nel 2019 e 2020, prevedendo così 62.400 assunzioni a tempo indeterminato in più che bilanciano gli 8 mila contratti a tempo persi ogni anno per effetto della stretta ( sono entrambe stime Inps). Grazie a uno stanziamento di 373 milioni (dal 2019 al 2024), i datori che assumono a tempo indeterminato avranno uno sconto sui contributi del 50% per tre anni ( con un tetto a 3 mila euro). Aumentano anche gli indennizzi in caso di licenziamento illegittimo: la forchetta sale da 4-24 mensilità, a seconda degli anni lavorati, a 6-36 per quelli decisi dal giudice e da 2-18 a 3-27 mensilità, se fissati in sede di conciliazione tra azienda e lavoratore. La maggioranza non ha votato l’emendamento di LeU per reintrodurre l’articolo 18. Si è limitata ad alzare il risarcimento.
Ticket per agricoltura e turismo ma gli utilizzatori saranno pochi
A volte ritornano. Sebbene nella forma introdotta da Gentiloni – il contratto di prestazioni occasionali – ecco i voucher allargati anche a turismo e agricoltura. Un successo rivendicato dalla Lega, portavoce delle esigenze del nord produttivo fortemente scontento invece della stretta sui contratti a termine. Anche se, a leggere la relazione tecnica agli emendamenti del decreto dignità, gli effetti dovrebbero essere tutt’altro che clamorosi. Non rivivremo il boom del 2016, con 277 milioni di buoni lavoro venduti e per questo – oltre che per timore del referendum abrogativo promosso dalla Cgil – poi aboliti nel 2017. «La platea degli utilizzatori (i datori, ndr) non dovrebbe subire incrementi significativi», scrive la Ragioneria. I nuovi voucher, incassabili anche agli sportelli postali, saranno a disposizione di imprese agricole fino a 5 dipendenti, strutture alberghiere e ricettive turistiche fino a 8 dipendenti (oggi 5), enti locali. Che li useranno per pagare disoccupati, under 25, pensionati – si autocertificano sul sito Inps – in un arco temporale al massimo di 10 giorni dai 3 attuali. Protestano i sindacati.
Avere un dipendente “in affitto” sarà più facile, punito chi bara
La Camera ha addolcito il disincentivo all’utilizzo di lavoratori somministrati dalle agenzie alle imprese, colpiti all’inizio dall’identica stretta decisa per il lavoro a termine. Grazie alle modifiche votate nelle Commissioni lavoro e finanze, si spostano sull’utilizzatore – dunque sull’impresa che si avvale del dipendente “in affitto” – le nuove incombenze introdotte dal decreto dignità: la causale, i limiti di durata, i presupposti per proroghe e rinnovi, i termini più lunghi per l’impugnazione del contratto. Se dunque un lavoratore viene assunto a termine da un’agenzia per il lavoro per una missione di un mese in un negozio, ad esempio, quando poi viene richiamato dalla stessa agenzia per un’altra missione in un negozio differente il nuovo datore non dovrà pagare di più o mettere la causale, perché non viene considerato un rinnovo. Si introduce poi un nuovo tetto ai lavoratori a tempo e somministrati in una stessa azienda: non più del 30% dei dipendenti a tempo indeterminato. E una sanzione per la somministrazione fraudolenta: 20 euro per ciascun lavoratore coinvolto e per ogni giorno di impiego.
repubblica

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