Inquinamento da Pfas nelle falde di Vicentino, Veronese e Padovano: la procura di Vicenza ora ha chiesto il processo a carico di otto manager e della stessa società Miteni Spa di Trissino in fallimento per la contaminazione da GenX e C604 e per il crac della stessa azienda che avrebbe sversato le sostanze.
Il Corriere del Veneto. Ma nell’udienza preliminare di ieri non è stato stabilito se l’inchiesta principale sul vasto inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche possa essere accorpata o meno ai filoni bis di cui i pubblici ministeri Hans Roderich Blattner e Barbara De Munari hanno chiuso di recente le indagini preliminari arrivando a chiedere il rinvio a giudizio per gli indagati. Il giudice per l’udienza preliminare Roberto Venditti scioglierà le riserve il 25 gennaio. Dovrà decidere se, così come sollecita la procura, riunire tre procedimenti in un unico processo monstre che non avrebbe precedenti a Vicenza e che sarebbe celebrato davanti alla Corte d’Assise considerando i reati contestati (ipotesi che però non vede concordi alcune difese che hanno già sollevato eccezioni). Se dovesse esserci un unico dibattimento è scontata l’estensione ai due filoni bis delle 226 parti civili già ammesse nell’inchiesta principale, Regione Veneto inclusa. Comprese le mamme No Pfas che ieri erano presenti con una rappresentanza e gli immancabili striscioni fuori dal palazzo di giustizia. Ulteriori parti civili potrebbero chiedere ancora di entrare nel processo. Insomma, si arriverebbe alla trattazione unitaria di tutte le vicende Pfas e altre sostanze inquinanti anziché uno spezzettamento dei vari procedimenti. Quello per disastro innominato e avvelenamento delle acque, contro tredici tra ex e attuali vertici dell’ex Miteni, è arrivato appunto all’udienza preliminare. Dove presto approderanno anche le altre inchieste aperte successivamente: sul crac della Spa dichiarata fallita a fine 2018 – contestata la bancarotta a sette persone che avrebbero aggravato il dissesto con perdite di quasi 15 milioni di euro tra 2010 e 2017 – e sulla contaminazione delle falde da sostanze GenX e C604. Reati ambientali avvenuti tra il 2013 e il 2017 e imputati a otto (sei già nell’inchiesta principale). Quanto alla società non si sarebbe dotata di un modello organizzativo «idoneo a prevenire» questi reati. Già insinuate nel processo come parti civili le società idriche Acquevenete, Viacqua, Acque Veronesi, Acque del Chiampo (con gli avvocati Angelo Merlin, Vittore d’Acquarone e Marco Tonellotto): l’obiettivo è quello di ottenere il risarcimento dei danni da inquinamento, presentando il conto dei lavori di ripristino e bonifica affrontati finora (diversi i milioni di euro investiti dalle società).