Il Corpo Forestale ha presentato, a Roma, l’attività operativa 2010: 5.056 controlli hanno portato ad accertare 102 reati, contestare 772 illeciti amministrativi per un valore di 1,5 milioni di euro
“La battaglia per la sicurezza agroalimentare è la battaglia dei produttori, dei consumatori e del Sistema Paese”. Così Cesare Patrone, Capo del Corpo Forestale dello Stato, ha descritto il lavoro svolto dall’istituto a tutela della sicurezza e della qualità a tavola nel corso della presentazione dell’attività operativa svolta nel 2010. Una battaglia che si fonda su ben oltre 5mila controlli dello scorso anno. Controlli che hanno portato ad accertare 102 reati (rispetto ai 75 nel 2009), 772 illeciti amministrativi (contro i 359 del 2009) per un importo complessivo di 1,5 milioni di euro.
Dall’olio “deodorato” al Gorgonzola Dop falso al falso Amarone il Corpo Forestale ha messo in campo tutte le sue forze umane e tecnologiche per garantire ai cittadini prodotti sicuri e di alta qualità. “Il sistema dei controlli – ha assicurato Patrone – funziona. Facciamo molto ma si deve fare di più. Io ho una consapevolezza da consumatore, ovvero che i prodotti italiani sono i migliori al mondo. Ed è nazionale l’interesse di tutelarli”. Moltissimi infatti i prodotti di qualità e tipici made in Italy vittima delle contraffazioni. Emblematica l’operazione che ha portato al sequestro di circa 200 confezioni di Gorgonzola Dop taroccato e destinato alla Grande Distribuzione in provincia di Brescia. In realtà si trattava di un generico formaggio erborinato sprovvisto dei marchi consortili di riconoscimento.
La conferenza stampa di presentazione dell’attività 2010 è stata anche l’occasione per raccontare alcune delle fasi e delle tecniche principali di importanti operazioni condotte dalla Forestale. Di grande attualità quella dell'”olio deodorato”: a seguito di una lunga indagine iniziata nel settembre del 2010 il Corpo ha scoperto documenti di trasporto falsificati utilizzati per regolarizzare una partita di 450 mila chilogrammi di olio extravergine di oliva destinata ad essere commercializzata, per un valore di circa 4 milioni di euro. L’ipotesi degli investigatori è che i documenti siano stati contraffatti per ingannare sulla vera natura del prodotto che conterrebbe olio di oliva deodorato, di bassa qualità e dal valore commerciale tre volte inferiore a quello etichettato come extravergine.
I controlli, quindi, ci sono. Ma le frodi non mancano. D’altra parte come ha sottolineato l’ufficio stampa Nazario Palmieri, “L’agroalimentare vanta il primato della falsificazione con un valore di circa 140 miliardi di euro. Per questo il Sistema Paese deve reagire con un sistema di controlli costante e pressante”.
Quella dell’agroalimentare dovrebbe essere una battaglia non solo sul fronte dei controlli, ma anche del coordinamento: “Al di là dell’ipotesi di un’Agenzia Nazionale sulla Sicurezza Alimentare – ha detto Giuseppe Vadalà, Responsabile della Divisione di Sicurezza Agroambientale ed Agroalimentare e del Nucleo Agroalimentare e Forestale – e sulla premessa della divisione tra tre Dicasteri delle competenze, la nostra proposta è quella di una Direzione Nazionale al fine di unificare a livello centrale le informazioni e la creazione di una unica banca dati”. Proprio sull’organizzazione nel settore dei controlli dell’agroalimentare è intervenuto Giuseppe Serino, Ispettore Generale Capo dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari che ha ricordato come “il coordinamento tra i vari organi preposti ai controlli ci sia. E ne sono testimonianza le numerose azioni che svolgiamo insieme. Visto che i contraffattori sono ben organizzati, non ci possiamo permettere di essere da meno”.