Più che dimezzati, falcidiati. Stiamo parlando dei dirigenti o meglio, dei maxi dirigenti, i capi area e i capi dipartimento che tirano le leve della macchina della Regione con stipendi che oscillano tra i 121 e i 167 mila euro lordi l’anno. Oggi sono 15, diventeranno «5 più 1», dove l’uno è il segretario della Sanità e del Sociale (dalla riorganizzazione sono invece esclusi il segretario generale della Programmazione e quello della Giunta).
La giunta Zaia ha approvato ieri la delibera messa a punto dal segretario della Programmazione Luca Felletti, delibera che, dopo la ricognizione fatta dalla società Kpmg, ha individuato le 5 aree apicali che si andranno ad aggiungere alla Sanità: Sviluppo economico, Capitale umano e cultura, Programmazione e sviluppo strategico, Tutela e sviluppo del territorio, Risorse strumentali. Un modello mutuato dall’esperienza di altre Regioni, su tutte l’Emilia Romagna.
Solo cinque manager sopravviveranno, dunque, gli altri, volendo escludere il licenziamento (quasi tutti sono di ruolo), saranno probabilmente demansionati (con conseguenze immaginabili sulla busta paga) oppure trasferiti ad altri incarichi (il che non esclude analoghe conseguenze) o ancora, se in età utile, prepensionati. E non è finita qui perché la razionalizzazione in atto prevede anche una «fase due», che investirà la dirigenza di seconda fascia: a Palazzo Balbi si vocifera ormai da tempo di 50 esuberi su 180 posizioni, da chiudere entro il 30 giugno, quando scadrà il contratto. «Il piano tiene conto dei cambiamenti nella società e nell’amministrazione, che deve garantire servizi sempre più moderni ma anche il contenimento dei costi e la valorizzazione della dirigenza» commenta il governatore Luca Zaia. (ma. bo.)
Il Corriere del Veneto – 8 aprile 2016