Raccontano i consiglieri, un po’ a malincuore a dire il vero, che «i sindacati alla fine non faranno muro, perché la falce della legge 318 non si abbatterà sui dipendenti della Regione. Ad andare a casa saranno gli esterni, il personale chiamato in laguna a darci una mano».
I loro uomini di fiducia, quelli apostrofati a Palazzo, un po’ per invidia un po’ per cattiveria, come «portaborse»: saranno loro a pagare il conto più salato della spending review applicata al personale del Palazzo, sebbene solo a partire dalla prossima legislatura.
La legge 318 sull’autonomia del consiglio, approvata ieri in commissione Statuto con l’astensione di Gennaro Marotta (Idv) e la contrarietà di Pietrangelo Pettenò (Sinistra) prevede infatti una drastica riduzione dei dirigenti (con relativo stipendio) dei gruppi, dimezzati da 2 a 1 per i partiti con più di 10 consiglieri (Lega, Pdl e Pd), fissati in non più di 1 per i partiti sopra i 3 consiglieri ed eliminati per tutti gli altri sotto la fatidica soglia dei 3 (come sono oggi la Sinistra, Bortolussi e Unione Nordest: potranno fare affidamento soltanto su un impiegato). I presidenti a capo delle sette commissioni permanenti, più la Statuto, più le eventuali commissioni temporanee, perderanno gli «esterni» nelle rispettive segreterie, che oggi variano da 1 a 3 membri, e non sarà risparmiato neppure l’Ufficio di presidenza che attualmente conta un dirigente per ciascun membro, per un totale di 5: dovranno farsene bastare uno per tutti, gli altri saranno «declassati» e dovranno essere tutti «interni». Potrà essere chiamato da fuori Palazzo soltanto il capo di gabinetto.
Un’altra bordata è poi riservata agli assessori: anche alle loro segreterie è imposta una severa cura dimagrante, con una sforbiciata di un terzo. Se oggi contano mediamente 6 persone (di cui la metà, di solito, costituita da esterni), dal 2015 non potranno andare oltre le 4. «Se a questo aggiungiamo che è stato fissato negli attuali 20 il limite massimo dei dirigenti in consiglio, con un unico segretario generale e 7 soli manager di prima fascia – spiega il presidente della commissione Statuto Carlo Alberto Tesserin – è facile intuire quanto si potrà risparmiare dalla prossima legislatura. E’ un provvedimento per nulla scontato, visto che non era obbligatorio, primo nel suo genere in Italia». Gli fa eco Gennaro Marotta dell’Idv: «Solo con la nostra proposta, poi accolta, di declassare i dirigenti delle segreterie dei componenti dell’Ufficio di presidenza a funzionari con la qualifica di “posizione organizzativa”, in una legislatura il consiglio andrà a risparmiare un milione e 160 mila euro».
Corriere del Veneto – 18 dicembre 2012