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Regione, terremoto nel centrodestra. I big di Alfano passano a Forza Italia. Da Chisso a Bond: esodo di massa. Zorzato isolato

L’ultima parola, e non poteva essere altrimenti visto che s’è trattato del perdono impartito dal padre misericordioso, è stata quella di Silvio Berlusconi. «Va bene, si può fare» avrebbe detto il Cavaliere lunedì sera ad Arcore, mettendo così il suo sigillo alla trattativa condotta fino a quel momento da Niccolò Ghedini, sempre più uomo forte della «nuova Forza Italia» e del «nuovo Berlusconi» in Veneto (anche la nomina di Marco Marin a coordinatore regionale è una medaglia appuntata al suo petto).

E così, ad appena un paio di mesi dall’implosione del Pdl e dalla nascita del Nuovo Centro Destra, ben sei consiglieri regionali hanno annunciato ieri la loro adesione a Forza Italia versione reloaded, con tanti saluti ad Angelino Alfano e compagnia. E non si tratta di nomi di poco conto. Ci sono quattro assessori (Renato Chisso, Elena Donazzan, Massimo Giorgetti ed Isi Coppola) ed i massimi vertici del gruppo a Palazzo Ferro Fini, Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo.

A voler essere precisi, non si tratterebbe di un passaggio da un partito all’altro, almeno non formalmente. Nel gioco dei detti e non detti seguito alla rottura tra Berlusconi ed il suo delfino, infatti, nessuno dei neo forzisti aveva aderito pubblicamente al Ncd, preferendo rimanere tra coloro che son sospesi. Alfaniani per mancanza di prove, potremmo dire. E così oggi hanno gioco facile a dichiarare: «Ho aderito sin dalla prima ora a Forza Italia, condividendone il progetto politico e i suoi ideali» come fa Chisso, con ciò inducendo a chiedersi perché mai allora l’ex governatore Giancarlo Galan, irriducibile berlusconiano, l’abbia scudisciato tempo fa: «Renato è la mia più grande delusione». Anche Donazzan non più tardi di ieri precisava sui giornali: «Non mi sono iscritta a nulla», rivendicando la sola appartenenza al Pdl. Un equivoco, questo, su cui hanno giocato in molti, ben sapendo che in realtà il fu Popolo delle Libertà non esiste più da mesi. Diciamo che è stato abilmente tramutato in una sala d’attesa in vista della decisione migliore da prendere. La svolta era nell’aria da tempo, soprattutto dalle parti del pattuglione ex An (Donazzan, Giorgetti, Coppola, Cortelazzo), ma ha subito un’improvvisa accelerazione dopo l’allungo di Chisso, uscito allo scoperto a metà pomeriggio. Due ore dopo, ecco il comunicato degli altri cinque: «Il Veneto ha la necessità di risposte chiare, immediate e precise, sia a livello nazionale che a livello locale. Gli ultimi governi di larghe intese non hanno prodotto i risultati attesi dagli italiani e in Veneto la questione è più pressante che altrove. Diventa quindi naturale per chi vuole continuare a dar voce alle diverse sensibilità e storie politiche del Pdl, l’approdo nel grande partito rappresentato oggi dalla nuova Forza Italia».

La goccia che ha fatto traboccare il vaso (o il pretesto utile ad abbandonare la traballante casa del Ncd?) pare sia stata l’impugnazione del Piano Casa ter da parte del governo. «Ma come? – si sarebbero detti i neo forzisti – Alfano, Lupi e gli altri ministri Ncd non sono in grado neppure di difendere nell’esecutivo Letta la legge più importante firmata dal loro esponente più importante, ossia il vice governatore Marino Zorzato?». C’è qualcosa che non va. Se a questo aggiungiamo i sondaggi che girano, impietosi nel fissare il partito di Alfano tra il 3 ed il 5% mentre Forza Italia veleggia tra il 17 ed il 20%, è facile intuire le ragioni del cambio di fronte. Zorzato, rimasto solo in giunta, può contare ora su ranghi assai ridotti in consiglio (alfaniani convinti sono soltanto Valdo Ruffato, Costantino Toniolo, Nereo Laroni e Carlo Alberto Tesserin), mentre altri continuano a guardarsi attorno, dall’ex An Moreno Teso, tentato di seguire i sodali di sempre, a Giancarlo Conta, forzista della prima ora che potrebbe però restare in Ncd per diventarne l’unico punto di riferimento a Verona, dove dicono che Alberto Giorgetti sia pronto al salto, dopo aver mandato il fratello in avanscoperta.

E in consiglio, come si coaguleranno le schegge del fu Pdl? Leonardo Padrin, precursore e speaker del gruppo Forza Italia, ieri è stato costretto dagli eventi a revocare precipitosamente una conferenza stampa, poi rinviata alla prossima settimana quando, assicura, «presenterò due nuovi membri» che dovrebbero aggiungersi a Remo Sernagiotto, Davide Bendinelli e Mauro Mainardi. Difficilmente Bond, Cortelazzo e gli assessori accetteranno di unirsi alla compagnia. Gira voce che siano pronti ad espellere dal gruppo Pdl gli alfaniani, della serie: «Avete voluto farvi il partito? E adesso fatevi pure il gruppo vostro!».

Marco Bonet – Corriere del Veneto – 30 gennaio 2014 

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