Il rettile di 120 centimetri forse gettato da un’auto. I vigili del fuoco hanno a loro volta contattato gli agenti del corpo di polizia locale. A supporto dell’operazione è giunto anche Mario Facchetti, dirigente veterinario del Distretto 4. L’animale è morto poco dopo
Un serpente tropicale tra i capannoni della periferia di Cologna. Un esemplare di Lampropeltis triangulum, un rettile innocuo ma molto simile al più pericoloso e potenzialmente letale Serpente Corallo, è stato trovato ieri, verso le 13, nella zona produttiva di via Quari Destra, a poca distanza dal centro e dall’argine del Guà. Ad avvistare l’animale in mezzo alla strada, dove era stato probabilmente schiacciato poco prima da un veicolo in transito, è stato un automobilista. L’uomo, colpito dalla livrea sgargiante e dalle dimensioni del serpente, lungo un metro e 20 centimetri, ha allertato i vigili del fuoco per la cattura, temendo probabilmente che si trattasse del rettile più pericoloso, originario del continente americano e dotato di un potente veleno in grado di provocare, una volta iniettato, un blocco neuromuscolare nel giro di pochi minuti .
Sul posto sono così intervenuti i pompieri di Legnago con un mezzo. Constatato che non potevano rimuovere l’animale, i vigili del fuoco hanno a loro volta contattato gli agenti del corpo di polizia locale dell’Unione dei Comuni Adige Guà. A supporto dell’operazione è giunto anche Mario Facchetti, dirigente veterinario del Distretto 4. L’animale è morto poco dopo. Il funzionario dell’Ulss 20 ha quindi contattato l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie di Legnaro (Padova) per poter classificare il serpente. A sorpresa, gli esperti del laboratorio padovano hanno rivelato, in base alla descrizione ricevuta, che il serpente rinvenuto alla periferia di Cologna non era il temibile Corallo, bensì il Lampropeltis, di origine americana come il primo ma decisamente meno pericoloso, noto anche come «serpente del latte». Rispetto al Corallo, che può raggiungere i 60 centimetri, il Lampropeltis è lungo il doppio. I colori della sua livrea sono inoltre disposti secondo una sequenza differente. «Visto che non c’era più pericolo immediato per l’incolumità pubblica», prosegue Facchetti, «abbiamo rinunciato a spedire l’animale all’Istituto Zooproflattico per sottoporlo ad ulteriori esami. A quel punto sarebbero stati superflui».
Sulle cause dell’abbandono del rettile il dirigente ipotizza: «È molto probabile che sia stato gettato volutamente da un’automobile in corsa, probabilmente proviene da una collezione privata». È la prima volta che un animale del genere viene trovato a pochi passi dal centro cittadino. «Il 99 per cento delle segnalazioni», evidenzia il funzionario del distretto, «gli avvistamenti riguardano bisce d’acqua o altri animali che popolano le nostre campagne».
L’Arena – 30 gennaio 2014