«La legge Balduzzi non risolve i problemi della responsabiità professionale» Lo ha ribadito Amami, l’associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente. «Molti professionisti – si legge in una nota – pensavano che la norma li esentasse da responsabilità penale quando avessero rispettato le linee guida o le buone pratiche mediche, perché sembrava che il legislatore avesse previsto che quando il medico rispetta le linee guida, la sua colpa è qualificabile lieve e, quindi, sia esente da responsabilità penale. E invece per la legge come spiegano due sentenze della Cassazione (una di pochi giorni fa), la colpa lieve è problema da porsi soltanto in riferimento all’imperizia, restando immutata la responsabilità penale quando si tratta di prudenza e diligenza, essendo irrilevanti sotto questi profili le linee guida».
In sintesi, il sanitario, nonostante la Legge Balduzzi, risponde penalmente come prima per negligenza e imprudenza; per l’imperizia risponde, come prima, per colpa grave, nell’ipotesi in cui il caso sia di particolare complessità, e per colpa in tutti gli altri casi non particolarmente complessi. Ma – e questa è la novità – con una sola eccezione: che sia incorso in colpa lieve, cioè in una blanda leggerezza, da accertare caso per caso, durante il compimento dell’atto medico scelto ed eseguito secondo le linee guida.
Come sottolinea Biancamaria Cataldo, vicepresidente di Amami, «è evidente che questa interpretazione svuota di contenuto la portata innovativa della norma, escludendo la responsabilità penale soltanto in alcuni evanescenti ed improbabili comportamenti di limitata ed enigmistica configurabilità. Letta così la “legge Balduzzi”, ben lungi dall’aver risolto il problema della responsabilità penale del medico, sembra essere per i medici davvero una bella vittoria: quella di Pirro».
«Forse è un inizio sulla strada della depenalizzazione dell’atto medico, come qualcuno dice, -aggiunge Maurizio Maggiorotti, presidente di Amami – ma se è così, la meta è ancora tanto lontana. L’associazione sarà come sempre in prima linea, anche con il prossimo governo, perché una svolta decisiva si faccia: subito».
Quotidiano sanità – 13 aprile 2013