Nella revisione dei controlli ufficiali, diverse le posizioni espresse in merito a “chi deve pagare”. Il nodo delle micro-imprese ancora da sciogliere.
E’ stata presentata come una lotta tra Autorità addette ai controlli e imprese: tagliare i costi delle seconde andrebbe ad aggravare i costi in carico alle prime. Almeno questo è quello che è stato reso noto dalle autorità di Francia, Germania e Italia, in una audizione al Parlamento Europeo. La bozza della revisione dei controlli ufficiali introduce in effetti un principio di rigidità: quello della copertura dei costi dei controlli. Ma fa salvo l’altro principio, storico, della esenzione delle micro-imprese dai pagamenti.
Al centro della discussione è proprio la esenzione- richiesta da più parti, in particolare dagli agricoltori- circa le “micro-imprese”, al di sotto dei 10 lavoratori e con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro.
Se in Germania l’esenzione così accordata finirebbe per escludere dai pagamenti tra l’80% ed il 92% delle imprese, in Italia la cifra salirebbe al 93%. Ma il Parlamento Europeo si è opposto al principio delle tasse all’industria e alla produzione: si finirebbe, questo il ragionamento sostenuto, per minare l’indipendenza dei controlli stessi.
Gli agricoltori in particolare sembrano svantaggiati da una proposta che non preveda esenzioni: non riuscirebbero infatti alle condizioni attuali a trasmettere i costi alle fasi a valle, in ragione di ben noti problemi strutturali della filiera alimentare e del loro scarso potere negoziale.
Coldiretti e gli agricoltori europei del Copa Cogeca stanno insistendo per mantenere il regime di esenzione.
La decisione finale spetterà in ogni caso al Consiglio e al Parlamento Europeo.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 25 ottobre 2013