L’Italia subisce due pesanti condanne della Corte europea di giustizia di Lussemburgo, che mettono sotto accusa vari governi di centrodestra e di centrosinistra. La prima impone una multa di 40 milioni di euro — la più onerosa del tipo «forfettaria» mai affibbiata a un Paese membro — per violazioni delle direttive relative alle discariche di rifiuti a rischio di provocare gravi danni per la salute dei cittadini e per l’ambiente. La seconda, che fa perdere circa 71 milioni di fondi comunitari spettanti all’Italia, nasce da mancati controlli sullo sforamento delle quote di produzione del latte tra il 2003 e il 2007.
La sentenza sui rifiuti fa riferimento a una precedente sentenza del 2007 non applicata dalle autorità italiane. Nel 2013 la Commissione europea, dopo anni di sollecitazioni, ha evidenziato ben 218 discariche in 18 delle 20 regioni italiane ancora «non conformi» alle direttive sui rifiuti o addirittura «prive di autorizzazione». Tra queste, 16 discariche contenevano «rifiuti pericolosi».
La Corte ha rilevato che la «chiusura di una discarica» o la «mera copertura dei rifiuti con terra e detriti» non risolvono i problemi. Ha constatato la mancata bonifica di «vecchie discariche abusive» e che non è stata realizzata nemmeno «una catalogazione e una identificazione esaustive dei rifiuti pericolosi» ammassati in spazi a volte abusivi con seri rischi per i cittadini e per l’ambiente. Pertanto gli eurogiudici hanno condannato l’Italia a pagare 40 milioni, più fino a ulteriori 42,8 milioni ogni sei mesi, se perdurerà il mancato rispetto della sentenza del 2007 (prevedendo specifiche detrazioni per ogni sito regolarizzato).
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha scaricato le colpe sui governi del passato, replicando che da 4.866 discariche abusive iniziali e dalle 218 del 2013 si sarebbe scesi a 45, di cui 30 verrebbero bonificate con 60 milioni già stanziati dalla legge di Stabilità. Per le restanti 15 si prevede un impegno di altri 60 milioni. «Andremo in Europa con la forza delle cose fatte – ha promesso Galletti – lavorando in stretta collaborazione con le istituzioni Ue per non pagare nemmeno un euro di quella multa figlia di un vecchio e pericoloso modo di gestire i rifiuti, con cui vogliamo una volta per tutte chiudere i conti». I Verdi hanno espresso critiche e scetticismo sulla linea seguita da Galletti nel delicato settore dei rifiuti, risultato a volte inquinato da infiltrazioni della criminalità organizzata. Il portavoce della Commissione europea Enrico Brivio ha confermato «i miglioramenti» in Italia, precisando però che «non sono abbastanza», come ha sentenziato l’Eurocorte.
Sulla questione delle quote latte gli eurogiudici hanno respinto il ricorso dell’Italia perché «i controlli eseguiti dalle autorità italiane erano tardivi e, a buon diritto, la Commissione ha ritenuto che l’attendibilità dei dati fosse pregiudicata». In pratica non era possibile quantificare il latte prodotto. Quindi «la Commissione era legittimata ad applicare una rettifica finanziaria forfettaria».
Ivo Caizzi – Il Corriere della Sera – 3 dicembre 2014