A poche ore dal possibile verdetto su una delle sue aziende simbolo – quella Vinyls che appare avviata verso un probabile fallimento – e mentre a Sud si giocano le carte decisive per l’Uva, Marghera rialza la testa.
Una delle aree più segnate dalla deindustralizzazione viene proposta dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini come «un modello, quello che abbiamo già seguito in Friuli-Venezia Giulia e che speriamo di mettere in moto a Taranto». I quattro protocolli attuativi firmati ieri accelerano e semplificano le procedure per la bonifica da seguire nell’area Sin (Sito di interesse nazionale), che vede ridotte le sue dimensioni. La firma riporta a livello regionale competenze che negli anni erano state accentrate perché ritenute troppo complesse da gestire. Fino alla paralisi. Si interviene sulla burocrazia da seguire e sui tempi del procedimento amministrativo, che si riducono dai due-tré anni a quattro mesi per una approvazione definitiva, con costi ridotti di conseguenza. Tempi e costi, le due variabili che influenzano la decisione di investire.
In occasione della visita a palazzo Balbi di Venezia del ministro Corrado Clini, l’assessore alla legge speciale per Venezia gli ha consegnato il testo della delibera approvata ieri dalla Giunta regionale che propone la riperimetrazione del Sito di Interesse Nazionale di Porto Marghera e zone limitrofe. Dopo che la deliberà sarà formalmente inviata al Ministero dell’Ambiente, questo convocherà una Conferenza di Servizi per valutare in forma definitiva la proposta regionale, che verrà infine “tradotta” in un Decreto ministeriale.
La “vecchia” delimitazione, nella sua attuale configurazione – ha ricordato l’assessore – era stato definito nel 2000, in un contesto di conoscenze ambientali completamente diverso da quello oggi esistente. Abbiamo invece constatato che la sua estensione di allora e la sua complessità dovuta alla presenza di variegate attività produttive, di servizi, commerciali verdi e di aree residenziali, di fatto ricomprende ora aree che non hanno le caratteristiche previste dalla normativa i SIN.
Nel percorso di riperimetrazione – ha sottolineato l’assessore – la Regione non ha voluto procedere da sola, ma ha coinvolto la Provincia e il Comune di Venezia, il Magistrato alle Acque, l’Autorità Portuale e l’Agenzia Regionale per la Protezione e Prevenzione Ambientale, sentita anche l’Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta – Bacchiglione, condividendo con loro la proposta di nuova delimitazione. Il nuovo perimetro del SIN sarà quindi circoscritto alle sole aree industriali, con l’esclusione delle aree agricole, residenziali, verdi e commerciali. E’ inoltre prevista l’esclusione dal SIN delle zone lagunari e dei Canali Portuali.
Questa iniziativa – ha spiegato ancora l’assessore – consentirà diversi vantaggi. Anzitutto i procedimenti di indagine e di eventuale risanamento ambientale saranno ricondotti alla competenza della Regione, con la conseguente accelerazione dell’iter amministrativo che garantirà un più rapido riutilizzo delle aree in condizioni di sicurezza. Permetterà inoltre di concentrare e ottimizzare gli sforzi degli Enti nelle aree maggiormente compromesse da un punto di vista ambientale, favorendo, anche in questo caso, il rilancio delle aree e la loro restituzione ad usi produttivi: Consentirà poi di procedere allo scavo dei Canali Portuali con procedure gestite in ambito locale. Infine, le aree lagunari, dopo rigorosi controlli ambientali, potranno essere utilizzate per la pesca, a seguito delle decisioni assunte dagli Enti locali competenti.
Con questa iniziativa la Regione favorisce concretamente lo sviluppo sostenibile di un’area strategica per l’economia del Veneto. Va peraltro chiarito che, nelle aree escluse dal SIN, rimangono di competenza regionale le necessarie operazioni di verifica ed approvazione di eventuali progetti di bonifica.
Il provvedimento completa il circolo virtuoso realizzato attorno ai problemi della riqualificazione di Porto Marghera – ha concluso l’assessore – che ieri si è concretato anche nei provvedimenti ministeriali attuativi dell’accordo sulla bonifica del sito e che prima di Natale ha registrato anche il passaggio delle consegne: dallo “scaduto” Commissario delegato per i fanghi derivanti dall’escavo dei canali portuali al dirigente regionale del Progetto Venezia Giovanni Artico. Quest’ultimo è stato indicato con delibera dello stesso presidente della Regione responsabile delle azioni e attività finalizzate al definitivo subentro della Regione nella realizzazione degli interventi da eseguire per superare la criticità conseguente alla rimozione dei sedimenti inquinati.
22 gennaio 2013