Saranno in 2.650, in arrivo da tutta Italia, a giocarsi un posto a tempo indeterminato da infermiere nelle strutture pubbliche dell’Usl 5 Polesana, nata a inizio anno dalla fusione tra le Usl 18 di Rovigo e 19 di Adria. Le selezioni, presumibilmente, saranno indette entro la fine dell’anno nei padiglioni del quartiere fieristico CenSer di Rovigo. L’annuncio è arrivato dalla stessa azienda socio-sanitaria che, ieri, ha completato le procedure di pre-selezione dei candidati, con circa tremila domande di ammissione giunte e vagliate dal servizio Risorse umane.
Le richieste sono giunte da tutta Italia e da infermieri professionali anche di nazionalità estere con lavoratori nati in Albania, Bolivia, Filippine, Germania, Moldavia, Nigeria, Perù, Polonia, Romania, Svizzera. Sebbene il concorso sia organizzato per una sola assunzione nell’immediato, le graduatorie resteranno a disposizione per nuove future immissioni in ruolo come assicurato da Antonio Compostella, direttore generale dell’Usl 5 Polesana. Dai sindacati arriva l’appello a fare prima possibile. «Tra ottobre e novembre si dovrebbe arrivare alla convocazione delle prove – spiega Riccardo Mantovan, responsabile del settore Sanità per la Fp Cgil del Polesine – vi è la necessità urgente di nuovi ingressi al lavoro e i tempi per l’organizzazione delle prove sono stati meno celeri di quel che sarebbe stato necessario». Il bando era stato pubblicato dall’ex Usl 18 di Rovigo nel marzo 2016 con il limite del 5 maggio successivo per la presentazione delle domande di partecipazione. «Il problema – riprende Mantovan – è che le graduatorie precedenti sono esaurite e, dunque, sono almeno quattro mesi che non si riesce ad assumere e vi è fortissima necessità di garantire non solo il turnover con chi va in pensione, ma di arrivare ad avere organici in linea con quanto previsto da programmazione ed esigenze materiali di utenti e lavoratori». Secondo i dati a disposizione della Fp Cgil, aggiornati al 31 dicembre scorso, c’è una discrepanza tra le forze disponibili e quelle necessarie. «Se parliamo di infermieri – riprende Mantovan – la pianta organica per l’ex Usl 18 di Rovigo ne prevede 896, mentre le unità effettive sono 840, tenuto conto che ci sono diversi part time tra gli 878 addetti effettivamente in servizio. La situazione non è molto diversa nell’ex 19 di Adria, con 255 addetti programmati e 238 unità, sempre considerata la presenza di colleghi a tempo parziale tra i 245 assunti». Il problema si riverbererebbe anzitutto sull’organizzazione del lavoro. «Ci sono condizioni di stress molto elevate – sottolinea ancora il sindacalista – bene le nuove assunzioni, ma non scordiamo che resta il tetto di spesa imposto dalla Regione che, pur in presenza delle graduatorie, permetterà di soddisfare solo parzialmente le esigenze occupazionali». La Usl 5 Polesana con circa 3000 dipendenti e un bilancio complessivo superiore ai 540 milioni di euro, è la maggiore realtà occupazionale in provincia. In tutto sono tre gli ospedali pubblici gestiti direttamente dall’azienda e sono Rovigo, Adria, Trecenta. Continuerà l’apertura di strutture di medicina integrata di gruppo, proprio per integrare con capillarità i servizi per pazienti acuti con servizi dedicati alla cura e alla prevenzione quotidiane.
Dopo Adria e isola di Ariano, è atteso l’avvio entro l’anno di poli a Trecenta, Occhiobello, Polesella, Villanova del Ghebbo, Castelmassa, Badia Polesine, Porto Tolle, Porto Viro.
Nicola Chiarini – Il Corriere del Veneto – 25 luglio 2017